Il progetto pilota è partito qualche settimana fa all’isola Bella di Taormina e ora approda ad Aci Trezza, dove a chi consegnerà i rifiuti verrà offerto da bere. «Sensibilizziamo sulle micro-plastiche», dice la docente Natalia Leonardi a MeridioNews
Drink gratis in cambio di plastica e sigarette spente Nuova campagna anti-inquinamento all’isola Lachea
Il progetto pilota è partito qualche settimana fa all’isola Bella di Taormina, riserva naturale gestita dal centro di ricerca dell’Università di Catania Cutgana, dove ha riscosso talmente tanto successo da allargarsi oltre il litorale conquistando pure la baia di Mazzarò. E ora la campagna estiva Microplastic risk, contro l’abbandono delle plastiche e delle cicche di sigarette sulle spiagge, arriva anche all’isola Lachea di Acitrezza, dove ai cittadini che raccoglieranno i rifiuti e consegneranno i sacchetti agli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa verrà offerto un drink in segno di riconoscimento.
«Questa campagna di sensibilizzazione nasce nell’ambito del progetto Pianeta & salute – spiega la coordinatrice Natalia Leonardi – che affronta diverse problematiche ambientali che affliggono il nostro pianeta». Nato in collaborazione con i laboratori di Igiene ambientale e alimentare dell’Università di Catania diretti dalla professoressa Margherita Ferrante, il progetto focalizza l’attenzione non solo sui danni ambientali, ma anche su quelli provocati alla nostra salute. «Microplastic risk è un’importante occasione per far riflettere i cittadini sul grave problema delle plastiche e per invogliarli ad affrontare delle scelte corrette e consapevoli – commenta Leonardi – promuovendo il corretto smaltimento e sensibilizzandoli sugli effetti che l’ingestione di microplastiche determina sull’uomo e sulla sua salute».
Per i primi tre anni il progetto si concentrerà sul problema delle microplastiche, invitando i cittadini alla pulizia delle spiagge tramite locandine, affisse anche nei bar che aderiscono all’iniziativa. «Il problema è molto serio – continua la docente – perché le microplastiche, piccole particelle al di sotto dei cinque millimetri, sono ovunque e stanno entrando nella catena alimentare». I pesci le scambiano per il plancton di cui si nutrono e ne mangiano addirittura di più, visto che per ogni elemento di plancton ce ne sono tre di microplastica. «Stiamo analizzando anche l’intestino dei pesci che arrivano sui nostri piatti, dove abbiamo visto tantissime particelle di microplastiche, che quando mangiamo il pesce ingeriamo e facciamo arrivare nel sangue, nel cuore, nel fegato».
La campagna estiva avrà quindi lo scopo di sensibilizzare bagnanti e turisti ed evitare che si faccia ulteriore danno all’ambiente, mentre quella invernale di divulgazione scientifica, che partirà a settembre, prevede incontri e conferenze nei Comuni e nelle scuole, per concentrarsi sul problema e capire come difendersi, per esempio scegliendo con attenzione i prodotti cosmetici da acquistare, preferendo quelli senza parabeni.
«Anche i bagnanti e i barcaioli sono diventati più collaborativi – commenta Leonardi – se prima erano distratti e magari lasciavano la bottiglietta in spiaggia, ora sono più sensibili e responsabili. Perché il mare è un bene comune e se tutti lo rispettiamo e facciamo la nostra parte alla fine i risultati si vedono. Non solo dal punto di vista ambientale e paesaggistico, ma anche da quello che interessa la nostra salute».