Da Salvini 40 milioni per l’integrazione dei migranti Comuni siciliani divisi tra interesse e netta chiusura

Il ministero retto da Matteo Salvini stanzia oltre 40 milioni di euro per i migranti. Non si tratta di una bufala, ma dei contenuti di una comunicazione ricevuta dai Comuni che in questi anni sono stati maggiormente interessati da sbarchi e gestione dell’accoglienza. Sono 18 in tutto, dei quali sette in Sicilia: Augusta, Catania, Lampedusa, Palermo, Porto Empedocle, Pozzallo, Trapani. L’avviso, partito dal Viminale a maggio, riguarda il finanziamento del recupero di immobili comunali o confiscati alla mafia da utilizzare per lo svolgimento di attività che puntino all‘inclusione sociale dei migranti regolari presenti nelle città.

La ripartizione della dotazione finanziaria è stata stabilita sulla base di tre criteri: il numero di abitanti, la percentuale di extracomunitari e il numero medio di sbarchi nel triennio 2016-2018. Ovvero gli anni in cui l’Italia ha registrato un alto numero di arrivi dal Mediterraneo, cifre lontanissime da quelle attuali, nonostante il periodico riferimento a una crisi migratoria fatto dai rappresentanti del governo giallo-verde. Il calcolo condotto dal dipartimento di Pubblica sicurezza del Viminale ha portato così al riconoscimento di quasi tre milioni e mezzo per i Comuni di Palermo e Catania, tre per Pozzallo, quasi due e mezzo per Trapani e Augusta, un milione e 800mila per Messina e Lampedusa e, infine, un milione e 200mila per Porto Empedocle.

Una settimana dopo la conclusione dei termini per inviare i progetti per la realizzazione di centri di aggregazione, spazi per attività formative, strutture sportive e centri polifunzionali per servizi di integrazione lavorativa, si può dire che la risposta delle amministrazioni comunali è stata tiepida. Tra i Comuni che hanno presentato la richiesta di finanziamento ci sono Pozzallo e Lampedusa, due dei centri più interessati dagli sbarchi. Nella città del Ragusano, i progetti presentati più di uno. «In un immobile vorremmo far nascere un centro culturale del Mediterraneo, un luogo dove favorire i contatti tra le diverse etnie presenti a Pozzallo compreso chiaramente le persone del posto – spiega il sindaco Roberto Ammatuna -. Ma abbiamo presentato anche la richiesta di finanziamento per due impianti sportivi, perché è anche con l’attività fisica che si favorisce l’integrazione». Nell’isola delle Pelagie, che in queste settimane è tornata al centro dell’attenzione mediatica per le vicende legate agli approdi della Sea Watch e Mare Jonio, l’amministrazione comunale guidata da Totò Martello pur non avendo immobili da ristrutturare ha risposto al ministero. «Abbiamo individuato un terreno nella contrada Cala Creta in cui vorremmo realizzare un centro polivalente, attendiamo la risposta da Roma», spiega il primo cittadino.

A Porto Empedocle, invece, la situazione sembra essere quella del vorrei ma non posso. «Abbiamo ricevuto l’avviso, ci interessava ma non abbiamo risposto – commenta la sindaca pentastellata Ida Carmina -. Al momento, infatti, non abbiamo né il dirigente dell’ufficio Tecnico né quello dell’ufficio Finanziario, sarebbe stato impossibile partecipare. Peraltro al momento siamo alle prese con l’emergenza rifiuti che ci assorbe in maniera totale». Discorso leggermente diverso va fatto per Messina. Anche qui l’amministrazione al momento non ha presentato progetti, ma confida nella disponibilità a una riapertura dei termini di partecipazione. «Tra gli immobili confiscati alla criminalità organizzata – commenta l’assessora alla Programmazione dei fondi extracomunali Carlotta Previti – nessuno aveva i requisiti adatti a ospitare centri sociali, mentre quelli di proprietà comunale hanno bisogno di varianti di destinazione d’uso per le quali servono tempi più lunghi. Ottenendo una proroga, e la disponibilità del ministero pare esserci, potremmo partecipare».

Chi invece ha deciso di cestinare la proposta, nonostante i due milioni e 400 mila euro messi sul tavolo dal ministro Salvini, è Cettina Di Pietro. La sindaca di Augusta – dove la giunta targata Movimento 5 stelle – già l’anno scorso aveva salutato con soddisfazione la dismissione dell’hotspot. «Questa città ha già dato in fatto di accoglienza, non sono fondi che ci interessano», dichiara la prima cittadina. Per poi garantire che la decisione non è frutto di una scelta autonoma, ma risponde alla volontà del consiglio comunale: «C’è stata una delibera che parla chiaro, Augusta ha chiuso con l’accoglienza dei migranti». 


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