Il nuovo stop alla prossima apertura dello scalo ragusano - pronto da cinque anni ma mai avviato - stavolta viene dalla procura di Ragusa. Che sta indagando sulle presunte modalità illecite con cui la Sac, società che gestisce l'aerostazione catanese, ha ottenuto la maggioranza delle quote per la gestione dello scalo a Sud dell'isola. I carabinieri hanno sequestrato numerosi documenti nelle sedi delle società, del Comune di Comiso e di un notaio di Ispica
Comiso, magistrati indagano sull’aeroporto Sequestrati documenti per turbativa d’asta
Si allontanano sempre più le speranze di avvio dell’aeroporto siciliano di Comiso. Pronto dal 2007, inaugurato ma mai aperto, a poco sono servite le recenti dichiarazioni di interesse della compagnia low cost irlandese Ryanair che vorrebbe rendere il piccolo scalo del Sud dell’isola una delle sue nuove cinque basi italiane, insieme a Catania. A imporre il nuovo stop all’opera in questi anni passerella di politici e frutto di 20 milioni di finanziamento europei stavolta è la magistratura. Che indaga proprio sulla mancata apertura dell’aeroporto. Un provvedimento del procuratore di Ragusa Carmelo Petralia ha dato il via a una maxi perquisizione dei Carabinieri negli uffici del Comune di Comiso, della Soaco spa – società di gestione dello scalo -, della Sac spa società che gestisce l’aerostazione catanese e ha la maggioranza di quella comisana -, della società di consulenza milanese Terra Nova Advisers srl e nello studio di un notaio di Ispica, nel Ragusano. L’ipotesi di reato è turbativa d’asta e si riferisce alla gara con la quale cinque anni fa è stata assegnata la gestione del futuro aeroporto di Comiso. Gli indagati sono già due.
Era il 2007 e la maggioranza delle quote della Soaco acronimo di società dell’aeroporto di Comiso -, all’inizio interamente comunali, vengono affidate a un soggetto privato con un’apposita gara d’appalto. Ad aggiudicarsi il 51 per cento delle quote per la gestione dello scalo Ragusano è un raggruppamento temporaneo d’impresa costituito dalla Sac spa società che gestisce già l’aeroporto di Catania – e Interbanca spa. Una percentuale cresciuta l’anno seguente al 65 per cento. Ma, secondo la procura di Ragusa, non tutto in questa gara sarebbe stato trasparente. Eventuali irregolarità dovrebbero emergere dal controllo dei documenti cartacei ed elettronici sequestrati ieri dai Carabinieri negli uffici di tutti i personaggi coinvolti nella vicenda. «Si tratta di un’inchiesta che riguarda il periodo antecedente alla mia amministrazione dichiara Giuseppe Alfano, sindaco di Comiso – Non credo che la vicenda possa avere influenze di natura amministrativa e che possa ostacolare l’avvio dell’aeroporto». E’ fiducioso il primo cittadino. Ma meno i magistrati che indagano sulla eventuale turbativa d’asta. Un reato che, se provato, potrebbe far ripartire ancora una volta da zero la storia dello scalo ragusano.