Mafia, reazioni del mondo politico dopo i fermi  «Boss non hanno più spazi per riorganizzarsi»

Dopo i fermi di questa mattina che hanno inferto un duro colpo ai clan Gambino e Inzerillo sono arrivati i commenti dal mondo politico e istituzionale che plaudono all’operato delle forze dell’ordine a pochi giorni dalle celebrazioni in memoria della strage di via D’Amelio. E c’è anche chi ha trovato spunto per qualche polemica. 

Orlando- «Gli arresti di questa notte tra Palermo e New York in una importante operazione congiunta degli investigatori e delle forze dell’ordine italiane e statunitensi segnalano come Cosa Nostra stia tentando un improbabile ritorno al passato, avendo perso in modo inarrestabile il proprio appeal e il proprio consenso sociale. Grazie all’incessante lavoro investigativo condotto da magistrati e polizia, oggi i boss non hanno più spazi e tempi per riorganizzarsi e, pur mantenendo sempre una presenza militarmente ed economicamente pericolosa nel territorio, la loro organizzazione criminale esce sempre più indebolita. A pochi giorni dell’anniversario della strage di via D’Amelio, è ancor più motivo di gratitudine per il lavoro che la magistratura palermitana le forze di polizia conducono con grande impegno e sacrificio».

 Salvini – «La giornata comincia splendidamente con un durissimo colpo alla mafia sull’asse Palermo-New York. Orgoglioso della nostra Polizia di Stato e degli inquirenti italiani!», scrive sul suo profilo twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il ministro ha poi scritto un secondo tweet: «A due giorni dall’anniversario della strage di via D’Amelio, in cui vennero assassinati Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, la lotta senza tregua al cancro mafioso è il modo migliore per onorare la memoria di tutti i Martiri dello Stato».

Carmelo Miceli – «Tornano gli Inzerillo, gli arresti di Palermo rivelano il pericoloso tentativo di ricostituire un vecchio e noto sodalizio criminale, le mafie restano il pericolo più grave per la sicurezza dei cittadini come ha ripetuto anche il capo della Polizia Gabrielli, ma il ministro Salvini non se ne occupa e addirittura scappa dal suo dovere di venire a riferire in commissione Antimafia. È la doppia faccia del salvinismo: duro coi deboli e in fuga quando c’è da lavorare con le istituzioni nella lotta alle potenti organizzazioni criminali». Lo dichiara il deputato del Partito democratico Carmelo Miceli, componente della commissione Antimafia e segretario dem di Palermo


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