L'associazione ha lanciato una petizione per rimanere nei locali finché non sarà pronta un'altra struttura. «Io non posso rispondere», dice il parroco a MeridioNews mentre c'è chi sostiene che «quelle stanze non hanno i requisiti». Guarda le foto
Stromboli, Curia sfratta la Scuola in mezzo al mare Volontari: «I locali erano l’unica biblioteca dell’isola»
«La biblioteca resta chiusa in attesa di autorizzazione da parte della Curia». Un cartello scritto a mano in stampatello con un pennarello nero e affisso su una porta di legno colorato di azzurro. Dietro quella porta chiusa ci sono oltre tremila libri raccolti dall’associazione culturale Scuola in mezzo al mare di Stromboli negli otto anni in cui le volontarie hanno svolto attività per i bambini e i ragazzi nei locali della parrocchia San Vincenzo Ferreri. Adesso quei locali sono stati giudicati inadeguati per il progetto.
«Dal 2018 fino allo scorso novembre – racconta a MeridioNews Carolina Barnao, una delle volontarie – li abbiamo utilizzati, perché ci erano stati affidati dal parroco precedente, per laboratori creativi di vario tipo. Non avevamo un regolare contratto e quando il nuovo parroco ha sollevato la questione, abbiamo fatto richiesta alla Curia per regolarizzare la nostra presenza». All’associazione però non sono arrivate risposte chiare, nonostante lettere e colloqui telefonici con la Curia e l’arcivescovado, nemmeno dopo la petizione pubblicata su Change.org che, al momento, ha già superato le 56mila firme.
«Da lì ce ne andremo – aggiungono dall’associazione – siamo alla ricerca di locali da affittare in attesa che la struttura che ci è stata promessa dal Comune sia pronta all’uso». L’edificio che l’ente comunale si è impegnato ad affidare a Scuola in mezzo al mare, però, ha bisogno di importanti lavori di ristrutturazione e non sarà pronto prima di un anno. Dall’associazione, adesso, chiedono di potere continuare le attività solo per questo arco di tempo.
Pittura, ceramica, disegno, scrittura, lettura. Sono alcuni dei laboratori che, negli otto anni di attività, le volontarie hanno realizzato per una trentina di bambini delle scuole elementari e ragazzi delle scuole medie. «Nel frattempo, abbiamo raccolto migliaia di libri che ci sono stati donati da privati e case editrici. A Stromboli – sottolinea Carolina – non esiste una biblioteca e questo era l’unico modo per accedere gratuitamente alla lettura». Gli stessi locali erano stati destinati anche al Museo del cinema. «Tutte le nostre cose sono rimaste là ma non possiamo aprire al pubblico». Perché?
«Io non posso rispondere», dice il parroco Giovanni Longo contattato telefonicamente da questa testata. Salesiano con grande esperienza di oratori, sull’isola si è concentrato ad avviare questo tipo di attività per i più giovani nell’altra parrocchia, quella di San Bartolomeo. Nonostante sull’isola il progetto di Scuola in mezzo al mare venisse spesso definito “oratorio”, in realtà non si occupava di attività legate alla catechesi e tra le volontarie del gruppo ci sono anche persone non cattoliche o che, comunque, non frequentano la parrocchia. Impostazioni educative diverse che, per molti anni, sono riuscite a convivere. «Da due anni a questa parte – taglia corto padre Longo – è stato nominato un amministratore straordinario dalla Curia che si occupa delle strutture della parrocchia».
Dall’ufficio amministrativo delle Curia precisano che «l’ente proprietario dell’immobile è la parrocchia San Vincenzo che, sin dall’inizio delle attività dell’associazione, si è mostrata disponibile alle finalità di aggregazione e promozione culturale anche relativamente alla concessione dei propri locali per l’allestimento della biblioteca». Dunque, adesso, che cosa è cambiato? «La biblioteca – risponde a MeridioNews don Piero Di Perri, direttore dell’ufficio diocesano comunicazioni sociali – negli ultimi tempi ha notevolmente e lodevolmente incrementato il proprio patrimonio librario, rendendo gli attuali locali inadeguati alla loro fruizione e carenti dei principali requisiti normativi previsti per questo tipo di attività».
Sarebbe questo, dunque, il motivo per cui quella porta rimane chiusa. «Oltre alle esigenze proprie della parrocchia che nel frattempo – precisano dalla Curia – ha ritenuto di rientrare in possesso dei locali per le proprie attività pastorali. Al momento – conclude don Di Perri – non sussistono le condizioni perché si possa continuare a offrire adeguatamente e secondo le prescrizioni previste l’utilizzo dell’immobile».