La fondazione musicale palermitana ha ospitato Jonathan Kane, figlio del grande fotografo che 51 anni fa immortalò in uno scatto divenuto leggenda i più grandi artisti dell'epoca. «Uno di loro confidò che non sapeva nemmeno che esistessero le 10 del mattino»
Al teatro Santa Cecilia la storia del jazz in una foto Dall’8 novembre parte la nuova stagione del Brass
Dopo Milano, il volume fotografico sulla storia del jazz Art Kane 1968 giunge a Palermo grazie a una iniziativa sponsorizzata dal Brass Group. La fondazione musicale palermitana ha portato al Real teatro Santa Cecilia il figlio del grande fotografo, Jonathan Kane, per parlare di come un singolo scatto abbia cambiato irreversibilmente la storia della fotografia americana. Tutto parte da una immagine priva di suono che restituisce la musica di un’epoca.
«I 58 più grandi artisti dell’epoca, il gotha del jazz, riunito da Art Kane alle 10 del mattino per un evento senza precedenti – racconta il figlio Jonathan – La foto venne scattata, in origine, per la copertina di uno speciale dedicato dalla rivista Esquire al mondo del jazz, una immagine divenuta talmente iconica da essere esposta al MoMA di New York. All’interno del volume, dedicato ai 60 anni trascorsi da quella fotografia, sono presenti molti altri scatti, momenti catturati durante la mattina». A una platea attenta e compiaciuta il batterista di fama internazionale spiega con ironia quanto fosse stato difficile all’epoca riunire così tanti musicisti, abituati a vivere la notte nei club della Grande Mela, per poterli immortalare durante il giorno.
Proprio l’immagine che racchiude il significato del volume lanciò d’altra parte la carriera di Art Kane, divenuto negli anni uno dei più importanti fotografi musicali di sempre legando il proprio nome e la propria arte, a famosi nomi della musica, come gli Who, che usarono un suo scatto per la copertina del loro album The kids are alright. Tra gli aneddoti più curiosi raccontati durante la serata di presentazione vale la pena riportarne uno direttamente dalla viva voce di Kane, che snocciola con delicatezza alcuni degli eventi raccontati dalle fotografie in bianco e nero e racchiuse nel volume edito dalla Wall of Sound di Guido Harari: «Uno dei musicisti intervenuti, di cui non farò il nome, affermò che quella era la prima volta in cui realizzava intercorressero due volte le 10 nel corso di una singola giornata».
Approfittando dell’evento, siamo anche riusciti a scambiare qualche parola con Luca Luzzu, direttore artistico della fondazione, che ci ha illustrato alcune delle novità della prossima stagione concertistica Brass in Jazz presso il Real Teatro Santa Cecilia, che la fondazione gestisce sin dalla sua riapertura nel 2015. «Possiamo dire che, nella stagione a venire, il Brass si farà in quattro per rispondere alla crescente domanda da parte del pubblico – afferma Luzzu – La fondazione aumenterà a due le giornate con doppi concerti ,con uno spettacolo alle 19 e uno alle 21.30, sia il venerdì che il sabato. L’iniziativa deriva soprattutto dal sold out registrato la scorsa stagione in tutte le giornate di sabato per entrambi gli spettacoli previsti».
La stagione si aprirà l’8 novembre, e ci saranno artisti internazionali come Christian Tumalan, vincitore del Grammy 2018 e leader della Pacific Mambo Orchestra. «Grande importanza verrà data all’orchestra della fondazione – prosegue Luzzu – presente nella metà degli spettacoli previsti al fianco degli ospiti internazionali, per una stagione costruita mescolando grandi nomi del jazz con i giovani talenti più promettenti del panorama internazionale, presentati qui in esclusiva nazionale. Tra i molti nomi anche Desirée Rancatore, giovane soprano palermitano di fama mondiale, prestata al jazz per uno speciale crossover musicale, nonché una variazione sul tema con la Barcelona Gipsy Balkan Orchestra che amplia l’offerta musicale, senza comunque distaccarsi dalla mission della fondazione, portando cultura a Palermo e lasciando invariato il prezzo dell’abbonamento».