Le sue foto sulla Nasa, maestra con la passione per il cielo «Prossima sfida: uno scatto del fenomeno Fata Morgana»

«Un lavoro impegnativo ma ben ripagato». Marcella Giulia Pace una volta ogni dieci giorni, per un anno, sempre alla stessa ora, le 16.45, ha piazzato il suo cavalletto a Gatto Corvino, un balcone naturale che guarda su Marina di Ragusa. Poco più di cento metri sul livello del mare, il luogo perfetto per avere davanti un panorama da favola: un lungo tratto di costa meridionale della Sicilia, da Marina di Ragusa fino a Licata. Compresa Punta Secca, casa del commissario Montalbano. «Davanti c’è un campo di grano, senza ostacoli tra me e il mare, un orizzonte lunghissimo. Sì, quello era il posto ideale». Perfetto per realizzare quello che aveva in mente: un analemma – la curva che forma il Sole in cielo, se fotografato dalla stessa posizione e nella stessa ora durante un anno intero – su un orizzonte marino. «Analemmi se ne fanno molti – spiega Pace – ma la gran parte sono presi a mezzogiorno, o su un paesaggio montano, o in città». Il suo doveva essere speciale. E speciale è stato se persino la Nasa e l’Associazione universitaria di ricerca spaziale l’hanno pubblicato per spiegare, nel giorno del solstizio d’estate, come cambia la posizione del sole nella volta celeste. 

(Come funziona un analemma)

Marcella Giulia Pace è un’appassionata di fotografia e di astronomia, fa parte dell’Unione astrofili italiani e in particolare del centro ibleo studi astronomici. Ma di professione fa la maestra di scuola elementare. «Negli ultimi vent’anni ho lavorato in Liguria, a Salò e alla fine ho scelto Cortina, in Veneto. Amo la montagna e almeno è un posto che mi piace». Nell’ultimo anno ha ottenuto un’assegnazione provvisoria vicino casa per poter stare vicino alla madre. E così ha avuto la possibilità di dedicare anche del tempo al suo speciale analemma. «Se non mi avessero trasferita, non ci sarei mai riuscita». 

L’ora e il luogo scelti non sono casuali. «Mi serviva tutto lo spazio libero a ovest e Gatto Corvino, coi suoi muretti a secco e l’orizzonte libero, era l’ideale. Le 16.45 invece corrisponde al tramonto più anticipato dell’anno, che dalla postazione scelta cade il 5 dicembre e non nel solstizio d’inverno. Questo perché – spiega – la Terra ha un’orbita ellittica attorno al Sole e, in base alla distanza dalla stella, si muove più o meno velocemente. Nella foto si vede bene come, passando dal solstizio d’inverno a quello d’estate, il tramonto si sposti verso destra sulla linea dell’orizzonte, da Sud-Ovest verso Nord-Ovest».

Non è la prima volta che gli scatti di Pace finiscono sulle pagine della Nasa. «L’anno scorso hanno scelto una mia foto della luna che tramontava su una fontana di lava dell’Etna. Anche quella è stata una piccola impresa, ma condensata in una notte». Appassionata di montagna, gestisce un sito dove raccoglie fenomeni ottici atmosferici, cioè tutto quello che fa parte della famiglia degli arcobaleni e che si manifesta in cielo per effetto della luce. «Sempre da Gatto Corvino ho fotografato l’isola di Malta. Servono condizioni particolari: freddo e aria tersa». 

Adesso rimane una sfida aperta: «Voglio riuscire a cogliere in uno scatto il fenomeno della fata morgana sullo Stretto di Messina». Una forma di miraggio particolare che nei secoli ha anche solleticato la fantasia per la nascita di miti e leggende. «È un fenomeno molto raro – spiega – ancora di più negli ultimi anni a causa della crescita dell’inquinamento nello Stretto. Si tratta di un miraggio complesso: l’immagine non viene ribaltata solo verso il basso (come avviene nel miraggio inferiore), ma anche verso l’alto, a destra e a sinistra, creando paesaggi storpiati e innalzati. Nessuno è mai riuscito a fotografarlo nello Stretto, io ci ho provato più volte ma, a maggior ragione in questo caso, servono condizioni uniche: freddo, le montagne innevate della Calabria, deve essere piovuto nei giorni precedenti ed è necessaria un’aria purificata. È un fenomeno ancora tutto da studiare e che cercherò prima o poi di immortalare».


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