Ospedale Siracusa, l’Asp sceglie l’area di Tremilia «Occorre arrivare in fretta a soluzione condivisa»

«Un passo in avanti per la realizzazione del nuovo ospedale». Sono queste le parole del sindaco di Siracusa Francesco Italia dopo l’incontro odierno a Catania con il governatore Nello Musumeci e l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. Durante l’appuntamento il primo cittadino ha ricevuto la relazione tecnica del professore Giuseppe Pellitteri, voluta da Asp e Regione, che traccia le ipotesi delle aree su cui costruire il nuovo nosocomio. Documento di una sessantina di pagine che assegna a ciascuna delle quattro aree dei punteggi tenendo conto di costi, accessibilità, fruibilità dei servizi, traffico, conformazione della zona, sostenibilità ambientale, piano di sviluppo urbano e impatto del cantiere. Ad avere ottenuto il punteggio più alto è stata l’area di Tremilia. Non hanno convinto pienamente la Pizzuta, lo svincolo autostradale e Pantanelli.

Dopo una querelle lunga un trentennio e la decisione a larga maggioranza dal consiglio comunale, al termine dell’infuocata seduta di novembre, punto fermo sembravano essere gli spazi accanto all’ex ospedale psichiatrico del quartiere Pizzuta. E invece no. Musumeci si era così affidato a un urbanista e a un esperto di edilizia sanitaria. «Dobbiamo dare ai siracusani, che attendono da tanto, troppo tempo, la dignità di un ospedale moderno e funzionale – ha detto il presidente – Un’opera che è una priorità del governo. Ho invitato il sindaco a vigilare, ma fare presto, affinché il 2019 diventi davvero l’anno della svolta». 

Seguendo l’iter burocratico previsto, la relazione è già stata trasmessa dal sindaco alla presidente del Consiglio comunale Moena È stata dunque convocata per mercoledì prossimo la conferenza dei capigruppo per fisserà una seduta consiliare sugli sviluppi della vicenda. «Occorre fare in fretta per arrivare prima possibile a una soluzione condivisa che permetta al territorio la nascita di questa fondamentale struttura», ha dichiarato Scala. 

Una richiesta di «chiarezza e trasparenza» arriva dal Movimento 5 stelle. «Adesso si renda pubblica la relazione sulle aree ritenute più idonee per la costruzione del nuovo ospedale», chiedono i pentastellati Paolo Ficara e Stefano Zito. «Accogliamo con favore la presa di posizione pubblica di Musumeci e l’avere voluto consegnare al sindaco una copia della perizia. Ora, però, si informi tutta la città e senza filtri. Si allontanino nuovi e vecchi sospetti, con una operazione chiarezza che permetta di superare una volta e per sempre ogni eventuale, possibile e futuro ostacolo. Si chiuda con volontà di tutti la fase delle divisioni, utili solo a perdere tempo», concludono.

Da decenni tutto resta fermo per la mancanza di un accordo sulla localizzazione della nuova struttura ospedaliera. Il Movimento 5 stelle, in passato, ha proposto l’area destinata al demanio militare di Punta Santa Panagia, che ospita la stazione radiotelegrafica della Marina militare. Zona però giudicata inaccettabile dall’ex onorevole Vincenzo Vinciullo per vincoli archeologici, di inedificabilità e per problemi logistici dovuti al traffico. L’ex deputato dell’Ars da sabato, per due giorni, ha fatto uno sciopero della fame e occupato l’androne dell’ospedale Umberto I – insieme ai consiglieri comunali Salvatore Castagnino e Mauro Basile – per avere rassicurazioni sui tempi e sui modi della realizzazione della nuova struttura.

Andando più indietro nel tempo, nel dicembre del 2009, era stata la giunta dell’allora sindaco aretuseo, Roberto Visentin, a fare una delibera con cui una parte del lotto di contrada Pizzuta – un terreno confiscato alla mafia negli anni ’90 – veniva assegnata all’associazione onlus Figli delle fate per la realizzazione di un centro diurno per ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico. Nel 2014, il progetto del nuovo nosocomio era tornato sotto i riflettori per alcune intercettazioni relative all’inchiesta Expo di Milano. Intanto la città rimane con l’ospedale Umberto I, costruito nel 1934, che non è antisismico e non è dotato di un’area in cui possa atterrare l’elisoccorso.


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