Si accomodano sui sedili senza pagare il biglietto, e chi li intercetta non li paga. Sono i volumi lasciati dalle titolari dell'attività di via Santa Filomena per i passeggeri etnei. «Ne abbiamo già lasciati un'ottantina», spiega l'ideatrice a MeridioNews
In metropolitana libri gratis per chiunque li trovi Libraia: «Per fare staccare gli occhi dai cellulari»
A.A.A. Romanzo cercasi, anzi: trovasi. Tra i passeggeri dei vagoni della metropolitana di Catania ci sono anche i libri. L’iniziativa, firmata dalla libreria Vicolo Stretto di via Santa Filomena, ha lo scopo di divulgare l’invito alla lettura «anche in luoghi poco consoni» dice a MeridioNews Angelica Sciacca, una delle titolari dell’attività commerciale. Che insieme alla sorella Maria Carmela, con cui gestisce la libreria, adesso lancia anche l’hashtag #trovaunlibro per risalire al lettore che lo prende in prestito.
«La metropolitana è un mezzo di trasporto ancora relativamente nuovo per una città come Catania», racconta la libraia. «Non appena è stato possibile ho fatto l’abbonamento e poi ho avuto l’ispirazione per lanciare un’abitudine europea che qui però sarebbe stata una novità». Del resto, in metropolitana, le cose da fare non sono molte: «Vedevo la gente annoiata o incollata al proprio smartphone. Volevo mostrargli altro».
Da quel giorno, sono circa ottanta i libri lasciati in metropolitana in un anno, più o meno ogni due giorni. «La scelta del titolo è sempre stata casuale, in base all’idea del momento», racconta Sciacca. L’elenco, infatti, è vario: si va da Il simpatizzante di Viet Thanh Nguyen – premio Pulitzer per la narrativa nel 2016 – a Né in cielo né in terra di Paolo Morelli, da Breve storia delle donne di Jacky Fleming a Oh mio Dio di Anat Gov che è l’estratto di uno spettacolo teatrale relativo alla conversazione tra Dio e la sua psicoanalista».
A cercare casa oppure, chissà, ad averla già trovata adesso è Lincoln nel Bardo dello scrittore americano George Saunders. «Stavolta, abbiamo anche lanciato l’hashtag #trovaunlibro, nella speranza di risalire al lettore che lo troverà, attraverso il tag della nostra libreria sui social», aggiunge la libraia. «Non mi dispiace pensare che il libro abbia anche una vita propria e che qualche volta sia rimasto a casa di chi lo ha preso. In effetti, a parte un caso isolato, ne abbiamo sempre perso le tracce. L’idea, però, nasce per proseguire: il passeggero dovrebbe leggere il libro, lasciare un commento e poi rimetterlo in circolazione». Nella prima pagina del libro viene sempre scritta una domanda per l’aspirante letto metropolitano: «Hai trovato questo gioiello o è il gioiello che ha trovato te?».