Messina, maggiori risorse per eliminare le baraccopoli Falcone: «Una norma per destinare fondi in economia»

Dopo tanti rinvii, ieri l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone ha partecipato al consiglio comunale di Messina portando più dei 30 milioni di euro annunciati per il risanamento delle aree baraccate. E per prima cosa si è scusato per il ritardo con cui si è presentato all’appuntamento con il civico consesso «Abbiamo posticipato l’incontro per avere i decreti di finanziamento già pronti», ha detto. C’è ancora tanto da fare soprattutto a distanza di 29 anni dalla legge 10 del 1990, che aveva destinato 500 miliardi di lire per il totale sbaraccamento. «Oggi la città di Messina si trova nelle stesse condizioni – ha sottolineato – anzi forse sono anche aumentate le baracche». 

In questi giorni Falcone e la sua squadra hanno effettuato una ricognizione delle risorse spese in questi anni e di quelle che invece sono ancora disponibili. Ma c’è di più perché stanno ancora verificando se ce ne sono altre che potrebbero essere ancora utilizzate, «perché i 500 miliardi di lire del 1990 non erano immediatamente disponibili, vennero assegnati in parte» e più precisamente «circa 175 milioni di euro, pari a 350 miliardi di lire, erano stati assegnati, ne sono stati spesi circa 80 milioni. Ne rimarrebbero da definire una quarantina». La Regione sembra che stavolta voglia fare sul serio. Lo stesso governatore Nello Musumeci ha infatti indicato lo sbaraccamento come una delle priorità dell’azione di governo. Ecco perché oggi Falcone è arrivato con la notizia di circa 14 milioni di euro già sbloccati. «Quattro milioni frutto di due decreti, altri dieci arrivano da progetti abitativi non più utilizzabili. Queste somme saranno destinati all’acquisto di alloggi popolari, per utilizzare case chiuse e far muovere il mercato» ha spiegato ancora Falcone. 

Ma la vera novità è che rispetto ai 30 milioni che la Regione pensava di poter destinare a Messina, se ne sono aggiunti 22. Ai 14 già sbloccati e ai 16 milioni dei programmi costruttivi non più possibili da realizzare (che vengono adesso dirottati per realizzare immobili a Fondo Basile e a Santa Lucia, ndr). «Abbiamo reperito 22 milioni da altri programmi costruttivi ancora da sbloccare. Si tratta di somme che, anche se rientrano nella legge 1990, se sbloccate andrebbero in economia a beneficio della Regione e il Comune di Messina le perderebbe. Per questo stiamo approntando una norma ad hoc, in maniera che i fondi siano destinati a Messina per il risanamento». Entro il 2019, Messina potrà in questo modo avere a disposizione le somme per seicento alloggi, cinquecento da acquistare sul mercato e circa cento che il Comune potrà decidere di costruire a Fondo Basile e Santa Lucia sopra Contesse. 

Quella contro le baraccopoli è una battaglia che si è intestata il sindaco Cateno De Luca già dall’anno scorso. Il Comune ha creato anche la nuova agenzia per il risanamento (Arisme). «In questi mesi abbiamo dovuto fare un lavoro immane per fronteggiare ostacoli – ha dichiarato il vicesindaco Salvatore Mondello -. Abbiamo recuperato carteggi che risalivano alla notte dei tempi». Dal 1990 a oggi in 29anni, sono state consegnate trecento case. «Noi puntiamo a darne cinquecento in un anno», ha concluso Mondello.


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