L'assemblea dei soci della società di gestione dell'aeroporto di Catania si è riunita nel primo pomeriggio di oggi per nominare la nuova governance. Confermati l'ad scelto nel 2016 e la consigliera Daniela La Porta, ex candidata al Consiglio comunale etneo
Sac, Nico Torrisi rimane l’amministratore delegato L’imprenditore agricolo Gambuzza nuovo presidente
Nico Torrisi resta al suo posto. L’assemblea dei soci della Sac, società di gestione dell’aeroporto di Catania, si è riunita questo pomeriggio per nominare la nuova governance. Nella composizione rinnovata del consiglio di amministrazione, a non cambiare è il nome del suo vertice: Torrisi, ex assessore regionale alle Infrastrutture, tra i promotori del movimento Sicilia futura, presidente di Federalberghi Sicilia, guida la società dal 2016. Il nuovo presidente (che prende il posto di Daniela Baglieri) è invece l’imprenditore agricolo Sandro Gambuzza, già ai vertici della Camera di commercio di Ragusa. Siederanno nel cda anche Fabio Sciacca (imprenditore del settore farmaceutico) e Giovanna Candura (ex assessora regionale all’Industria con Totò Cuffaro e commissaria della Camera di commercio di Caltanissetta). Confermata nel cda Daniela La Porta, ex candidata al Consiglio comunale a supporto dell’elezione del primo cittadino Salvo Pogliese (la lista era Una scelta d’amore per Catania).
I soci che hanno scelto la nuova governance sono la Camera di commercio del sud-est, presieduta da Pietro Agen, il sindaco Pogliese (per la Città metropolitana) e Giovanni Pierino (in rappresentanza dell’Irsap). Nel corso della riunione, i soci hanno anche approvato il bilancio 2018 della società: come anticipato mesi fa, si è chiuso con un utile di oltre undici milioni di euro. Un risultato sufficiente, assieme alla crescita dei passeggeri, per fare festeggiare gli amministratori dell’aeroporto. Al di là dei numeri e dei nomi, però, per lo scalo di Fontanarossa questo è un momento piuttosto delicato: il 26 marzo 2019 l’assemblea dei soci ha dato il primo via libera alla privatizzazione. Vale a dire al progetto di vendere le quote di maggioranza (fino al 70 per cento) dell’infrastruttura catanese. Il punto di partenza per l’eventuale acquirente è di un miliardo di euro, ma l’idea di molti è che si possa riuscire ad arrivare al doppio. Un’iniezione di denaro non indifferente per le casse degli enti pubblici a cui spetterebbero i soldi.