Si può vivere di cultura in città? Lo abbiamo chiesto a Roberto Pizzo, tra i fondatori dell'associazione nata nel 2017. «Abbiamo cercato di mettere insieme diversi punti di vista e diverse competenze. Al momento lavora di più chi ha successo sul web»
Cinque sensi, il collettivo palermitano di autori e attori «Per campare con la comicità scriviamo di tutto per tutti»
In una città che da sola ha oltre centomila disoccupati è possibile vivere di cultura, specie dopo il 2018 che tra Capitale della Cultura e Manifesta ha alimentato molte speranze in tal senso? Per parlare di arte e lavoro a Palermo abbiamo incontrato Roberto Pizzo, attore, autore e comico palermitano classe 1977. Da anni è attivo nel campo del teatro e della recitazione comica, del musical e della stesura di testi per radio, cinema e televisione, nonché tra i fondatori dell’associazione 5 sensi, un collettivo di autori/attori attivo dal 2017. I cinque sensi sono costituiti da Marco Pomar (il Buon Senso), lo stesso Roberto Pizzo (il Senso Critico), Lorenzo Pasqua (il Senso Estetico), Daniele Vespertino (il Senso Pratico) e Simone Riccobono (il Senso del Ritmo).
«L’idea di base della nostra associazione era quella di mettere insieme persone diverse – racconta Roberto Pizzo – con un background culturale diverso anche con delle età diverse, perché andiamo dal ventisettenne al cinquantaduenne, Marco Pomar tra noi è il decano. Abbiamo cercato di mettere insieme diversi punti di vista, diverse competenze, giusto per non limitarci alla scrittura comica, ma abbracciare qualsiasi tipo di scrittura: dalla commedia al dramma, dal testo per uno spot pubblicitario al testo per un brano, per una canzone, un format televisivo, una sceneggiatura per un film».
Ma come è nata l’idea di unirsi, in un settore che invece di solito vede rivalità e gelosia? «Abbiamo cominciato perché eravamo stati chiamati come autori per il programma Sicilia Cabaret, ci siamo conosciuti in quel frangente e durante quell’esperienza abbiamo ben pensato di unire le forze e cominciare a scrivere al di fuori del format televisivo stesso. Il mondo della comicità regionale è Sicilia Cabaret. Nel senso che a un certo livello, quindi lasciando stare chi lo fa per hobby o per passione non necessariamente indirizzata alla retribuzione, Sicilia Cabaret è in questo momento l’unica realtà solida, lavorativamente parlando, in Sicilia».
Avendo poi conosciuto, negli anni, molte altre realtà locali prima di approdare alla corte di Matranga & Minafò viene spontaneo chiedere a Pizzo attualmente quanti comici lavorino realmente in questo ambito. «Se per lavorare intendiamo che campiamo con questo mestiere, dire che tutti quelli che sono, per esempio, a Sicilia Cabaret campano con questo lavoro, sarebbe una notizia non vera – afferma – La richiesta in questo momento è soprattutto per quelli che hanno un certo seguito sul web, perché in questo momento è la rete che comanda, più che la televisione. Chi ha un certo seguito su facebook o su altri social fa più serate, parlando proprio in soldoni, chi invece magari ha meno consenso sulla rete lavora meno. Oggi campare con l’arte, intesa a 360 gradi, è un’utopia o comunque una speranza, anche se abbiamo in cantiere dei progetti a lungo termine che potrebbero permetterci ciò».
In tanti sostengono che il futuro della comicità sia sul web – basti osservare il recente arrivo della stand up comedy italiana sulla piattaforma Netflix. Che ne pensa Pizzo? «Sicilia Cabaret fa capo alla Ocean Spettacoli, che è un’azienda costituita da Matranga e Minafò, cui si affianca la Sicilian Social Star che utilizza i comici di Sicilia Cabaret per realizzare degli spot commerciali che come canale hanno il web, quindi unicamente per la rete». Tornando alla comicità recitata in teatro, Pizzo affronta i progetti attualmente in corso o appena conclusi. «In questo momento quattro quinti dei cinque sensi sono in diversi modi impegnati con il format Sicilia Cabaret, sia come autori che come performer. Parallelamente, abbiamo in scena due commedie. Una che si è appena conclusa al cineteatro Colosseum di Palermo, Civico 48 – rivolgersi al portiere, una commedia musicale la cui regia è stata affidata a Ernesto Maria Ponte. L’altra tutt’ora in scena è il nostro primissimo lavoro, una commedia in due atti dal titolo Parenti Costretti, affidata alle sorelle Pupella, insieme con Leonardo Campanella e il nostro Daniele Vespertino, in scena al teatro Sant’Eugenio fino al 10 marzo».
Tuttavia l’arena dei cinque sensi non è solo palermitana. Pizzo infatti spiega che «abbiamo svolto anche dei lavori commissionati da persone provenienti da altre provincie. Abbiamo scritto un soggetto per un lungometraggio commissionatoci da un collega attore comico di Modica. Abbiamo scritto per diversi comici catanesi, insomma non ci limitiamo e sicuramente il dialetto siciliano non è una cosa che ci deve caratterizzare. Diciamo che il nostro motto è scriviamo di tutto per tutti».