Gli ex ricercatori stanno manifestando da tre giorni e tre notti. «Tutto tace, nessun segnale dal presidente Nello Musumeci né dal sindaco di Catania, ma noi restiamo per riavere la dignità di lavoratori che ci è stata rubata», dicono a MeridioNews
Myrmex, continua la protesta al palazzo dell’Esa «Dalla Regione nessuna risposta, siamo invisibili»
Terza notte di protesta per gli ex lavoratori del centro di ricerca Myrmex che, dallo scorso mercoledì, si sono incatenati davanti all’ingresso del palazzo dell’Esa a Catania per provare a ottenere un incontro con il presidente della Regione, Nello Musumeci, in cui discutere della loro vertenza lavorativa in stallo ormai da molto tempo. «Pur sapendo che sotto il palazzo della Regione ci sono degli onesti cittadini che manifestano per riavere la dignità di lavoratori che è stata loro rubata – lamenta a MeridioNews la presidente della cooperativa Ricerca Sicilia Orsola Giampiccolo – tutto tace. Nessun segnale è arrivato dal governatore siciliano e completo disinteresse ha mostrato anche il sindaco di Catania, Salvo Pogliese».
Una trentina di lavoratori si sono organizzati in gruppi per coprire il presidio mattina, pomeriggio e notte. «È veramente una vergogna che nessuno, finora, ci abbia dato una risposta e che nessuno sia venuto qui nemmeno per interagire con noi. Nonostante il disinteresse che c’è stato fino a questo momento, noi non molliamo anche se ci sentiamo trattati come degli invisibili», conferma Giampiccolo. Gli ex ricercatori hanno anche inoltrato una ulteriore richiesta ufficiale di convocazione di incontro al presidente Musumeci senza ricevere risposta. «Restiamo qui, sperando che il presidente decida di venire a parlare con noi», dicono.
L’ultimo appuntamento con la Regione una delegazione di ex lavoratori lo ha avuto il 28 dicembre del 2017 a palazzo d’Orleans. Durante l’incontro dello scorso novembre con l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, era stato deciso di chiedere di nuovo una convocazione del tavolo tecnico al ministero dello Sviluppo economico. Da allora, però, nulla più si è mosso. Lo scorso luglio, gli ex ricercatori hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica in cui denunciano la Regione per inadempienza verso le due delibere che avrebbero permesso il rilancio del laboratorio etneo.
Durante la legislatura di Rosario Crocetta, la Regione manifesta l’intenzione di riallinearsi alla delibera del 2011, che prevede che Palazzo d’Orleans possa riacquistare il centro ricerca per un euro. Cifra simbolica alla quale l’ha già acquistata Gianluca Calvi, amministratore unico della ditta milanese Myrmex, dopo le difficoltà dei precedenti proprietari della Pfizer. Calvi, però, in poco tempo, rende improduttivo il centro di ricerca. Durante la cessione, l’imprenditore lombardo stipula con la Regione un accordo che lo impegna a mantenere il personale del laboratorio fino al settembre 2013 ma, qualche mese dopo, i lavoratori si ritrovano in cassa integrazione. La questione sarebbe rimasta in sospeso dopo l’interesse da parte del consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche ad acquisire il laboratorio della zona industriale etnea. Quando il Cnr ha rinunciato, però, la delibera è rimasta non esecutiva.