L'ex capogruppo del gruppo consiliare del M5s a Palermo si scaglia contro la linea di fermezza tenuta dal governo nazionale sulla Sea Watch3, che si trova al largo di Augusta. «Il vostro modo sprezzante di parlare di persone, come se fossero cose, non è accettabile»
«Non parlate in mio nome», Forello contro Di Maio «Non esiste emergenza migranti, le ong sono pulite»
«Non parlate in mio nome». Lo scrive tutto in maiuscolo, Ugo Forello. Non vuole essere frainteso. L’ex capogruppo del gruppo consiliare del M5s, ormai sempre più isolato all’interno del Movimento 5 stelle, si rivolge direttamente ai due tra i massimi esponenti nazionali del partito, e uomini chiave del governo Lega-5stelle: il vicepremier Luigi Di Maio (e capo politico del M5s) e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Il motivo? L’atteggiamento tenuto dal governo nazionale sulla Sea Watch 3, la nave della ong tedesca che si trova al largo di Augusta con a bordo 47 migranti in gravi condizioni di salute. «Mi dissocio dalle prese di posizione dei ministri Di Maio e Toninelli, no. Il vostro modo sprezzante di parlare di persone, come se fossero cose, non è accettabile. No… Non parlate in mio nome».
In un post su Fb appena pubblicato, l’avvocato palermitano e fondatore di Addiopizzo si scaglia contro le dichiarazioni dei due ministri. Di Maio ha invitato la ong a dirigersi verso la Francia, mentre Toninelli, facendo appello alla «nave battente bandiera olandese», ha esortato la ong ad andare ad Amsterdam. Ed è questo «modo sprezzante» di comunicare che fa arrabbiare Forello. Che scrive pensando anche a chi leggerà. «Mi rivolgo ai tanti cittadini che hanno votato il MoVimento 5 Stelle – sostiene – chiedo a loro di alzare la voce, di prendere una posizione chiara; non si può cedere, ancora, il campo alla teoria che sia necessario occuparsi prima di qualcosa o di qualcuno, a discapito di qualcos’altro o di qualcun altro; non si può accettare la strategia del chi è più duro o intransigente, sulla pelle degli altri. Non si può continuare a perseguire la cosiddetta politica dei due forni. No! Bisogna mettere fine a questa inaccettabile contrapposizione e contraddizione: da una parte, di quella politica, che si mobilita per la questione dei migranti, ma che poi si è mostrata incapace di agire sulle cause del fenomeno e indifferente alla condizione culturale-sociale-economica del nostro paese (che negli anni è sempre andata peggiorando); o, dall’altra parte, di una politica per la quale i diritti valgono solo per gli italiani».
Per Forello la soluzione ci sarebbe, e sarebbe («in un Paese normale») sotto gli occhi di tutti: «buono e giusto accogliere, soccorrere e far sbarcare le persone che si trovano in mezzo al mare, così come occuparsi dei bisogni dei cittadini, di quelli che sono in difficoltà o sono in uno stato di emarginazione economica e sociale. È un errore grossolano – ribadisce l’esponente pentastellato – mettere le due cose in termini di contrapposizione, o l’uno, oppure l’altro. Chi, davvero, vuole intervenire in aiuto delle fasce più deboli e indifese dei cittadini, contro le disuguaglianze e ingiustizie, non può nello stesso tempo non avere la stessa sensibilità, lo stesso senso di giustizia e umanità per gli stranieri che si trovano in mezzo al mare. Non si può accettare che vengano fatti tornare indietro, nelle coste libiche, dove sono oggetto di violenze e chiusi in lager. Né può essere tollerato che vengano sequestrati per giorni in una nave, in balia delle onde, mentre l’Italia e l’UE consumano l’ormai noto e triste teatrino del rimbalzo delle responsabilità».
E una volta che il dado è tratto, Forello ne approfitta per dissociarsi apertamente dalla linea di fermezza portata avanti dal M5s, con gli esponenti pentastellati che sono sembrati più volte succubi dell’altro vicepremier, Matteo Salvini, (e dei sondaggi che lo indicherebbero al 35 per cento di preferenze). Il segretario della Lega Nord infatti sempre più appare come reale socio di maggioranza del contratto di governo – nonostante una percentuale di voti che neanche un anno fa era appena del 17 per cento (neanche un voto su cinque di coloro che sono andati a votare). «Non esiste alcuna emergenza – ribadisce l’avvocato palermitano – alcun massiccio flusso migratorio che possa, neanche e lontanamente, giustificare il comportamento inaccettabile del governo italiano. Le ong in mare hanno svolto e continuano a svolgere un’attività importantissima, di grandissimo valore umano, quelle stesse ong che dopo anni di inchieste e insinuazioni, risultano pulite, senza nessun indagato».
Come era facile da prevedere, infine, il post è inondato da una valanga di commenti, finora divisi tra coloro che apprezzano la presa di posizione e chi lo invita ad andare nel Pd.