Nesima, cittadina denuncia la mattanza dei gatti «Per fermare il massacro servono le istituzioni»

Risposte sbrigative dalle forze dell’ordine e difficoltà d’intervento da parte delle associazioni animaliste che avrebbe contattato. Francesca Scardino, cittadina catanese residente nel quartiere di Nesima, tenta da tempo di trovare qualcuno che si opponga con lei al massacro dei gatti nei pressi del suo condominio. Un’intera colonia felina sterminata nel giro di pochi mesi. Alcuni investiti con l’auto, altri presi a bastonate. Casi isolati, all’inizio, che poi sono diventati ben più frequenti: un gatto ucciso ogni dieci giorni, stando alla sua testimonianza. «C’è già un esposto alla procura della Repubblica e ne sto preparando altri», spiega Scardino a MeridioNews.

L’ultimo gatto sarebbe stato ucciso il 12 gennaio. Il penultimo, un cucciolo di appena sette mesi, la notte di Capodanno: fatto esplodere con dei petardi. Ancora vivi ne rimangono circa una decina, che la donna sta accudendo nonostante i suoi vicini di casa non siano d’accordo. «Sono stata processata durante una riunione di condominio a cui ero assente. Sono stata accusata di lasciare sporco quando do cibo ai gatti e ci sono state delle lamentele sul fatto che il mio cane abbaia», racconta. Aggiungendo che altri residenti della zona le avrebbero perfino danneggiato l’auto e fatto delle minacce. Una situazione che Scardino denuncia andare avanti da anni, «ma che le forze dell’ordine hanno sempre minimizzato».

La sua battaglia contro l’assassinio degli animali, intanto, non si ferma. «Spendo un sacco di soldi per fare fronte alle spese di cibo e medicinali, e sto cercando di organizzare un piccolo recinto all’interno di una proprietà che ho fuori città, con l’obiettivo di salvarli». Nel frattempo, però, il timore è che la mattanza possa continuare. Senza che nessuno riesca a fare niente, visto che alcune delle associazioni animaliste sul territorio sarebbero «sovraccariche di lavoro». Di recente, anche la creazione di un piccolo gruppo Facebook per spingere le adozioni – anche grazie al passaparola – sembra non avere funzionato. «Sono veramente stanca – conclude l’attivista – non ce la faccio più a trovare i gatti morti ammazzati di continuo. La situazione potrebbe risolversi se solo le istituzioni ascoltassero le persone perbene che si preoccupano di queste questioni».

Aggiornamento del 22 gennaio 2019, ore 16.30

I vicini di casa della signora, tramite l’avvocata che li rappresenta, precisano: «Quello della colonia felina che si è creata è un problema igienico-sanitario non indifferente – dicono – Gli animali non sono sterilizzati e vivono per lo più nella scivola che dà accesso ai garage: non è semplice districarsi tra i loro escrementi e i resti del cibo con cui vengono nutriti. Spesso, inoltre, defecano nelle aree verdi di pertinenza dei condomini che vivono al pianterreno. Uno di questi piccoli giardini è di una donna, incinta, che ha trovato la biancheria sporca delle deiezioni feline». In base a quanto riferito, a fare le proprie rimostranze sarebbero tutti i residenti, compatti. «Le accuse che vengono mosse nei confronti dei condomini sono infondate – prosegue la difesa – E loro stessi hanno deciso di tutelarsi nelle sedi opportune».


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