La consigliera Valeria Franco prova a mettere all'angolo il primo cittadino ai domiciliari da circa 40 giorni. Ma la reazione delle altre opposizioni è tiepida: senza numeri in aula «si rischia di rafforzare il sindaco». E così i centristi di Castiglione si sfilano
«Sfiduciamo Calanna»: appello del M5s di Bronte Strada in salita, servono i voti dalla maggioranza
«Se ha cuore la città deve lasciarla libera, abbiamo atteso fin troppo». Il Movimento 5 stelle di Bronte prova ad accendere il dibattito cittadino depositando una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Graziano Calanna da oltre quaranta giorni agli arresti domiciliari. Il suo nome era rimasto coinvolto in una delle branche dell’inchiesta sul monopolio di Francesco Russo Morosoli nel business delle escursioni sull’Etna. L’accusa, per il primo cittadino del Pd, è di istigazione alla corruzione nell’ambito di un progetto di sfruttamento idroelettrico dell’acquedotto comunale. Da quel 30 novembre la politica brontese pare essersi congelata: da una parte l’amministrazione che ha fatto quadrato, tirando avanti grazie a un rinnovato protagonismo del vicesindaco Gaetano Messina e degli assessori; dall’altra le opposizioni, ferme nel prendere le distanze da Calanna ma attendiste sull’opportunità di affondare davvero colpi più pesanti.
Ora il M5s, che può contare in aula sulla sola consigliera Valeria Franco, cerca lo scatto: «Abbiamo atteso il Riesame e anche un eventuale gesto di responsabilità del sindaco – spiega dopo la conferenza di presentazione del documento, tenuta assieme agli onorevoli all’Ars Francesco Cappello e Jose Marano – ma la situazione non è cambiata». Il 22 dicembre dal tribunale di Catania era infatti arrivata la conferma dei domiciliari. «Non vogliamo attaccare la persona – chiarisce Franco – ma così non si può andare avanti: governa un vicesindaco che non è mai stato eletto mentre il risultato del 2015 ormai non rispecchia più la città». I pentastellati tendono poi la mano non solo alle altre opposizioni – «Lasceremo la mozione a disposizione di tutti, siamo aperti a modifiche e integrazioni» – ma anche a eventuali scontenti della maggioranza: «Sappiamo che ci sono malumori – dice Valeria Franco – e a queste forze chiediamo di farsi avanti, metterci la faccia e votare la sfiducia per il bene del paese».
Nell’immediato, a raccogliere l’input dei 5 stelle dicendosi pronta a firmare è stata la neoconsigliera Giuseppina Ruocco, subentrata al dimissionario Antonio Leanza. Ma la strada resta in in salita: la giunta Calanna può contare ancora su almeno una decina di consiglieri. E nel resto della minoranza l’uscita pentastellata viene accolta tiepidamente. A partire dal gruppo più folto, quello dei centristi di Carlo Castiglione, nipote dell’ex senatore Pino Firrarello. I numeri non giocano a favore della sfiducia – servirebbero almeno cinque ribelli dal centrosinistra, da sommare all’opposizione eventualmente compatta – e per questo il sentore è che il tentativo di sfiducia possa ottenere, al contrario, l’effetto di rafforzare Calanna.
«La mozione grillina – spiega il consigliere – differisce dalla linea del gruppo Bronte Viva – Noi Bronte perché rappresenta una presa di posizione nei confronti dello stato giudiziario di Calanna, mentre diverso era ed è il nostro punto di vista. Più volte abbiamo ravvisato una totale noncuranza dei diritti dei cittadini da parte dell’amministrazione». Dunque, pur rimarcando che «La giunta e il consiglio non possono sostituirsi al Sindaco», i centristi al momento non firmeranno la mozione: «Chiediamo invece al primo cittadino che sia lui stesso a valutare le decisioni necessarie che evitino questo lungo periodo di stasi, nel rispetto della carica che Bronte gli ha consegnato».