Giacomo Tranchida ha inviato la direttiva ai suoi dirigenti e alla Prefettura. Si chiede un confronto urgente e approfondito tra le normative sull'iscrizione degli stranieri all'anagrafe, ma si raccomanda pure di evitare disparità di trattamento con gli italiani
Decreto sicurezza, la direttiva del sindaco di Trapani «Non sospendo legge, ma valutiamo caso per caso»
Anche il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida prende posizione sul decreto sicurezza del ministro dell’interno Matteo Salvini che prevede una serie di restrizioni sull’iscrizione all’anagrafe comunale dei cittadini immigrati presenti sul territorio. La direttiva, firmata dal primo cittadino e inviata ai dirigenti del suo Comune e alla prefettura, di fatto dà mandato al settore servizi sociali e al settore anagrafe del comune di analizzare i diversi casi evitando l’applicazione della tanto contestata legge senza aver prima effettuato tutti gli approfondimenti e, soprattutto, evitando di creare disparità di trattamento sulla base della nazionalità.
Tranchida chiede al dirigente del primo settore di «effettuare – si legge nel documento – con il coinvolgimento del responsabile del servizio anagrafico e dell’avvocatura comunale, un urgente ed approfondito confronto tra le normative che regolano l’iscrizione anagrafica degli stranieri che, se regolarmente soggiornanti nel territorio nazionale devono essere effettuate alle medesime condizioni dei cittadini italiani, fermo restando il recepimento di ogni chiarimento che dovesse scaturire dai lavori del comitato direttivo dell’Anci e dagli incontri istituzionali con il Governo».
Una formula un po’ contorta e non netta come quella del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. «Bene ha fatto il sindaco di Palermo a sollevare il caso – afferma Tranchida – ma la legge è legge, che piaccia o no. Non ho chiesto la sospensione del decreto, ma ho chiesto di valutare caso per caso sempre nel rispetto dei diritti umani che prescindono dalla nazionalità. Condivido – conclude il primo cittadino – l’allarme sociale evidenziato da più parti con l’applicazione del decreto sicurezza. Adesso attendiamo l’esito del comitato direttivo dell’Anci, in programma il prossimo 10 gennaio».
Frattanto, contro il decreto sicurezza è scesa in campo anche la diocesi di Mazara del Vallo. «La violazione dei diritti umani – si legge in un documento firmato dal vescovo Domenico Mogavero – viene favorita da recenti provvedimenti legislativi che, mentre proclamano di provvedere alla sicurezza degli italiani, la mettono a rischio, compromettendo al contempo il patrimonio di valori condivisi che costituiscono la vera ricchezza della nostra convivenza civile, della nostra cultura e della nostra storia. Noi cristiani – si legge ancora nel documento – riconosciamo in ogni uomo il volto di Cristo, in modo particolare in coloro che vivono situazioni di povertà, di persecuzione, di guerra, di fame, di rischi da cui intendono fuggire. Non possiamo, pertanto, chiudere gli occhi e voltare le spalle a questi nostri fratelli – è ribadito nel testo – mentre ci sentiamo ripetere dal Signore: Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me».