A ridosso del mercato di San Cristoforo di via Belfiore, sorge un centro sociale comunale, il Midulla. Chiusa da dicembre, la struttura ieri è stata al centro di una manifestazione del circolo centro storico del Pd. Che invita l'amministrazione a «smetterla con l'alibi della mancanza di fondi» e ad «assegnare queste strutture alle associazioni, a costo zero». Presenti alla manifestazione anche alcuni abitanti e lavoratori della zona, che hanno espresso le loro critiche. «La zona è nel degrado, il centro in mezzo alla spazzatura non serve»
Da centro comunale a deposito di cassette San Cristoforo, il Midulla abbandonato
«Ubriachi e degrado, ci vorrebbe anzitutto il controllo. Il centro sociale, in mezzo alla spazzatura, non serve a niente» commenta Saro Stramondi, abitante di San Cristoforo. Siamo in via Zuccarelli, all’angolo con via Belfiore, in pieno mercato di San Cristoforo. E proprio di fronte sorge il centro culturale ambientale del comune di Catania Midulla, in stato di totale abbandono e chiuso da dicembre. A denunciare lo stato di quella che era «una risorsa per il quartiere» è il circolo centro storico del Partito democratico, che ha organizzato un incontro davanti alla struttura. Tanti punti interrogativi appiccicati sulle porte dai vetri rotti del centro, a simboleggiare «l’interrogarsi sul perché di questo stato di cose», come afferma Adele Palazzo del circolo Pd, organizzatrice della manifestazione.
Una volta il Midulla era un cinema, almeno fin quando l’amministrazione comunale non lo ha «acquistato e ristrutturato, eravamo ai tempi del sindaco Bianco – commenta Adele Palazzo -. Da un paio d’anni però la struttura ha iniziato a funzionare solo la mattina, poi solo due giorni a settimana, mentre da dicembre ha chiuso definitivamente». All’interno ci sono una palestra, una grande sala per conferenze e persino una biblioteca. Ma per il signor Saro Stramondi, che nella zona ci vive e lavora, lo stato d’abbandono non è certo una cosa strana. «Il centro funzionava sì, ma in mezzo a tutto questo schifo era difficile per le donne andarci comunque» commenta Stramondi. «E’ vero, la zona è degradata e già nel 2009 abbiamo denunciato la situazione, con la struttura che ancora funzionava – risponde la Palazzo -. Ma con la struttura chiusa la situazione è peggiorata».
Oggi del centro Midulla resta utilizzata solo una stanza, diventata deposito di cassette di frutta. «Anzi che ci teniamo le cassette, prima ci dormivano i tossici» commenta un uomo che lavora nel vicino mercato. Per Davide Ruffino, segretario del circolo Pd centro storico, «l’unica soluzione è affidare queste strutture ad associazioni della zona, come il Gapa o il comitato Antico corso. Anche via Playa sta per finire allo stesso modo».
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Presenti all’incontro tanti esponenti e simpatizzanti del Pd. Come Valentina Riolo, consigliere della prima municipalità, per la quale «San Cristoforo è meta di campagne elettorali e poi costantemente abbandonato. Il centro sarebbe utile soprattutto nelle ore pomeridiane, per le fasce più deboli, ovvero bambini, anziani e donne». La situazione, secondo il racconto della Riolo, non è molto diversa nel centro Alberto Sordi di via Playa, anch quello ex cinema, il Concordia. «Il centro di via Playa è ancora aperto, ma ha grandi difficoltà – commenta Valentina Riolo -. Solo il grande lavoro delle associazioni e della direttrice, la dottoressa Cosentino, che fa un grande lavoro». La soluzione? Secondo l’onorevole Giuseppe Berretta, sono i bandi per l’affidamento gratuito alle associazioni. «A Caltagirone ci sono molti esempi di struttre che funzionano – commenta il palramentare del Pd – e non ci vogliono soldi ma solo la volontà e la scelta politica per avviare questi progetti. Deve finire l’alibi della difficoltà economica da parte del Comune, queste strutture potrebbero svolgere tantissime funzioni a costo zero mentre ora sono solo sprechi di spazi pubblici».
Mentre lo stesso circolo Pd centro storico «è alla ricerca di una sede a San Cristoforo, come tante associazioni», Salvo Castro, del comitato Antico Corso, porta l’esempio del suo quartiere, dove la presenza delle istituzioni e in particolare dell’università ha peggiorato la situazione. «L’università ci sembrava potesse dare qualcosa, ma invece ha portato solo emarginazione e sfratti – commenta Castro -. Adesso si porrà la questione dei grandi contenitori pubblici che verranno svuotati, ovvero l’ospedale Vittorio Emanuele e la rimessa Amt. E mentre prima si parlava di un uso sociale e collettivo, adesso si comincia a parlare di affidare le strutture all’università, che con famelicità elimina il dialogo con un quartiere, di cui non rispetta la cultura e la storicità. Come nel caso della Purità».
Presente all’incontro anche Sonia Messina, del circolo Pd di Librino. «La città di Catania è una grande periferia – afferma -. Qui siamo al centro della città e il degrado è del tutto simile a quello del viale Moncada».
Attorno alla manifestazione i lavoratori del mercato tra una pausa e l’altra si fanno sentire. Come un anziano signore, che amaramente commenta: «una giornalista prima mi ha chiesto come si chiama la via. C’aveva la pelliccia e i tacchi, e poi non conosce la via Belfiore. Se dovete venire per queste cose, tanto vale che a San Cristoforo non ci venite proprio».