«Richiesta di apertura e ripristino del centro di raccolta rifiuti». È l'oggetto della petizione che sarà presentata nei prossimi giorni al sindaco e all'assessore all'Ecologia. «Servono più di 200mila euro», spiega il consigliere di circoscrizione Santo Musumeci
Nesima, una raccolta di firme per l’isola ecologica «Fondi per via Generale Ameglio sono insufficienti»
«Richiesta di apertura e ripristino funzionale del centro comunale di raccolta rifiuti (isola ecologica) di via Generale Ameglio». È questo l’oggetto di una petizione che arriverà a breve sul tavolo del sindaco di Catania Salvo Pogliese e dell’assessore all’Ecologia Fabio Cantarella. Ottocentocinquanta firme raccolte in due mesi nell’ambito di un’iniziativa, promossa dal Movimento 5 stelle, per riportare nell’agenda politica cittadina un tema che, esattamente come la struttura di Nesima, sembra essere stato accantonato. «Molte persone neanche sanno cos’è l’isola ecologica e che in quel quartiere ce n’è una», spiega Santo Musumeci, consigliere pentastellato eletto alla quinta circoscrizione. «Chiediamo che l’isola ecologica venga rimessa a nuovo: i fondi già ci sono, erano stati messi da parte nel 2014».
Quattro anni fa era stato un emendamento della commissione Bilancio (firmato dal presidente della commissione Enzo Parisi, ma proposto dall’ex consigliere comunale Sebastiano Arcidiacono) a proporre di usare circa 200mila euro per il recupero dell’area comunale di Nesima. Perché già allora versava in condizioni di totale abbandono, a differenza delle due gemelle (una in viale Tirreno e l’altra in via Maria Gianni) che invece sono in funzione. Nel 2016 a puntare di nuovo i riflettori sulla zona era stato il centro sociale Liotru, con una occupazione simbolica del centro di raccolta. L’anno dopo era toccato ad Arcidiacono organizzare una conferenza stampa per denunciare il lassismo della vecchia amministrazione municipale. «L’isola ecologica di Nesima è l’emblema dei ritardi», diceva all’epoca il consigliere.
«Abbiamo invitato l’assessore Fabio Cantarella in audizione alla quinta circoscrizione – continua il pentastellato Musumeci – Ci ha assicurato che quelle somme sono ancora là, non utilizzate, anche se forse servono soldi in più per bonificare tutti i rifiuti che, nel frattempo, sono stati abbandonati là dentro». «È vero – conferma Cantarella – quei soldi non bastano più: ne servono quasi il doppio». Da quando quei fondi sono stati messi da parte, di passaggi amministrativi ne sono stati fatti più di uno. Partecipando a un bando regionale ad aprile 2017 era stato presentato un progetto per la manutenzione straordinaria del centro di via Generale Ameglio: a Palermo erano stati richiesti 273mila euro, ma Catania era stata esclusa dal finanziamento.
«Con l’accumularsi degli anni le criticità si sono sommate tra loro – spiega l’attuale assessore all’Ecologia – Quando si amministra bisogna fare i conti con i numeri reali: non possiamo buttare 200mila euro per fare interventi che, comunque, sarebbero insufficienti. Ho chiesto un confronto all’assessore regionale ai Rifiuti Alberto Pierobon e lui mi ha spiegato che presto potrebbero arrivare altri finanziamenti diretti ai Comuni». Perché in questa fase, col dissesto sulle spalle, pensare di spendere risorse comunali è praticamente impossibile.