L'équipe di oncologi, chirurghi e ortopedici dell'Md Anderson cancer center dell'università del Texas ha visitato ieri il 23enne giarrese affetto da osteosarcoma. La gamba dovrà essere amputata e gli specialisti hanno mostrato al giovane vari tipi di protesi
Giarre, medici pronti a operare il tumore di Luca Madre: «Teniamo l’umore alto e siamo fiduciosi»
Ieri per Luca Cardillo, il 23enne giarrese con un tumore osseo maligno molto raro alla gamba destra, è stato il giorno delle prime visite al Md Anderson cancer center dell’università del Texas, un ospedale statunitense specializzato nella cura del cancro che si trova a Houston dove il giovane è arrivato la scorsa settimana. «Da lunedì prossimo i medici dicono che potrebbero già essere pronti a operarlo. Noi, nonostante tutto, teniamo l’umore alto». È la signora Pina, la mamma di Luca che ha accompagnato il figlio nel suo «viaggio della speranza», insieme al marito Leonardo, a raccontare a MeridioNews l’esito dei primi controlli da parte dell’équipe medica formata da oncologi, chirurghi e ortopedici.
«Innanzitutto l’urgenza è quella di concentrarsi sul tumore primario alla gamba che dovrà essere amputata, poi si potrà passare alle metastasi ai polmoni». L’osteosarcoma di Luca si è ingrandito tanto da coinvolgere tutto l’arto, fino ai muscoli, ma i medici sono in grado di programmare l’operazione anche se, diversamente da quanto avevano sostenuto in un primo momento, non potranno fare a meno di amputare la gamba. «I dottori hanno già fatto vedere a Luca varie protesi», dice la madre che insieme a papà Leonardo, si prepara per gli altri appuntamenti in programma per i prossimi giorni per definire tutti i dettagli dell’intervento.
«Ci siamo sistemati in un bed and breakfast a circa otto minuti di distanza dall’ospedale», spiega la signora consapevole che i tempi di permanenza potrebbero essere lunghi come previsto. «Ci vorranno almeno otto o nove settimane compresa la riabilitazione e poi ci saranno tutte le altre cure da fare a casa ma siamo fiduciosi e speriamo solo che non ci siano complicazioni di nessun tipo». Mentre parliamo con signora Pina, Luca è al telefono con la sorella 18enne Lidia che ha smosso mari e monti per fare in modo che il fratello avesse questa possibilità di cura Oltreoceano, dando vita alla raccolta fondi per le spese di viaggio – che adesso continua per i costi della permanenza, delle visite, dell’operazione e della protesi -sulla piattaforma Gofundme alla pagina Aiutiamo mio fratello a salvarsi (è possibile donare anche con il codice Iban IT59V0200884170000104459184 o conto corrente intestato a Luca Cardillo).
Dopo anni di tentativi in vari centri sperimentali in tutta Italia – da Milano a Torino fino a Bologna – per trovare una terapia adeguata, dallo scorso settembre Luca rifiutava le cure tradizionali. In un primo momento, era stata la Columbia University di New York ad accettare di prendere in cura il giovane giarrese, salvo poi far sapere che «l’equipe medica è maggiormente specializzata per i tumori infantili». Era stato lui stesso a raccontare la sua storia per la prima volta in un video-appello pubblicato su Youtube condiviso poi da personaggi famosi come Tiziano Ferro, Alessandro Borghi ed Emma Marrone.