Mediterranea, non solo aiuti in mare: ecco Le vie di terra Artisti, intellettuali e società civile a sostegno del progetto

Il progetto Mediterranea Saving-Humans non si ferma alla nave Mare Jonio, che pattuglia il Mediterraneo per dare aiuto alle imbarcazioni in difficoltà. Saranno infatti oltre 40 tra musicisti, scrittori, attori, personalità del mondo della cultura ad alternarsi sul palco del teatro Politeama di Palermo domenica 28 ottobre dalle ore 11 del mattino per dare vita a Mediterranea-La via di Terra. Sarà solo il primo appuntamento della staffetta che vedrà alternarsi nove città italiane. «Grazie all’arte, le vie di terra si intrecciano con le vie del mare – dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, tra i primi ad appoggiare la causa di Mare Jonio, su cui sventola anche la bandiera della città di Palermo – Non stiamo facendo una battaglia per i migranti, stiamo facendo una battaglia per non dover tornare a vergognare di essere italiani. Stiamo vivendo il populismo dell’intolleranza. Mi ricorda il primo fascismo, quando si cantava “Faccetta nera”. In Italia e Germania hanno cominciato così. In questo caso l’arte vede l’invisibile che potrebbe essere visibile: la violenza, il genocidio che si sta perpetrando nel Mediterraneo».

«I migranti – prosegue il primo cittadino – sono il termometro della civiltà dei popoli. Noi a Palermo non siamo un modello, siamo solo la prova che si può andare avanti nonostante questo governo». Gli fa eco Alessandra Sciurba di Mediterranea che racconta come il progetto nasca «dalla necessità di riprendersi la parola facendo. Siamo andati lì, nell’unico punto possibile, per attività di monitoraggio e abbiamo avuto conferma delle proporzioni del genocidio che si sta consumando in quel posto. La notte del 12 ottobre abbiamo ricevuto un messaggio di richiesta d’aiuto da parte di un peschereccio tunisino, ci segnalava un’imbarcazione in difficoltà a cavallo tra i vari confini: lontana da Lampedusa e da Malta, ma in territorio maltese. Lo Stato isolano però ci ha detto di non avere mezzi a disposizione, l’Italia non voleva assumersi questa responsabilità. Essere lì, avere anche dei giornalisti a bordo che potessero raccontare di quel naufragio in diretta, può darsi che abbia davvero cambiato qualcosa, visto che l’imbarcazione è stata soccorsa». 

«Molte attività – conclude l’attivista – sono nate a sostegno di Mediterranea, Così tante da perdere il conto, questo è un dato che ci riempie di orgoglio». Te gli attivisti coinvolti sulla terra c’è anche Mariangela Di Gangi, che con il Laboratorio Zen Insieme da anni si occupa di un quartiere molto delicato nel panorama cittadino palermitano. «Bisogna raccontare che i diritti non sono in competizione – spiega – Anche allo Zen, dove l’incidenza dei migranti è irrisoria, si inizia a vedere lo straniero come qualcuno che viene a sottrarci qualcosa». E a supporto di Mediterranea c’è anche Marco Da Milano, direttore dell’Espresso. «Mar Jonio – dice Da Milano – è la rivendicazione di un’umanità comune, ma tutto questo è il cuore della parola politica. Una parola che spesso, soprattutto dal Novecento, è stata sinonimo di divisione, ma che in realtà dovrebbe rappresentare qualcosa che ricuce. Cercare di trasformare il Mediterraneo in un confine, in un cimitero, è contro natura. Quello che state facendo restituisce al Mediterraneo la sua reale essenza».

«Ci hanno chiesto perché Mediterranea – conclude la trafila di interventi Evelina Santangelo, scrittrice e responsabile di Mediterranea la via di terra – La risposta è: perché non potevamo fare diversamente. Abbiamo raccontato solo quello che già esisteva mettendolo insieme contro le logiche criminogene che infestano i nostri pensieri. Su quel palco cercheremo di rappresentare la pluralità: dalle periferie al centro in una rete che già esiste, ha soltanto bisogno di riconoscersi». Tra gli artisti, gli intellettuali o anche i semplici cittadini, che si alterneranno sul palco del Politeama: Roberto Alajmo, Vanessa Ambrosecchio, Mario Badagliacca, Letizia Battaglia, Francesco Bellina, Gabriele Bevilacqua, Paola Caridi, Marco Da Milano, Emma Dante, Mariangela Di Gangi, Serena Ganci, Carmelo Graceffa, Itastra, Yossif Latif Jarallah, Simona Mafai, Alessio Mamo, Giuseppe Marsala, Fausto Melluso, Giuseppe Piazzese, Giuseppe Milici, Beatrice Monroy, Paola Nicita, Caterina Pasqualino, Santo Piazzese, Vincenzo Pirrotta, Costanza Quatriglio, Isabella Ragonese, Valerio Rizzo, Evelina Santangelo, Alessandra Sciurba, Antonio Sellerio, Olivia Sellerio Quartet, Shobha, Daniele Vicari e gli studenti del dipartimento di Scienze umanistiche dell’università di Palermo. 


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Presente anche il direttore dell'Espresso, Marco Da Milano: «Cercare di trasformare il Mediterraneo in un confine, in un cimitero, è contro natura. Quello che state facendo restituisce a questo mare la sua reale essenza». Orlando: «In questo caso l'arte vede l'invisibile: il genocidio che si sta perpetrando nei nostri mari»

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