La società iblea riparte dopo la retrocessione con una nuova proprietà, Nicola D'Amico ex patron dell'Acireale. Il direttore generale Barbagallo: «Il progetto è stato studiato a lungo termine. Il presidente è innamorato di questa città»
Focus Promozione, rinascita Ragusa per puntare in alto «Serie C? Ci pensiamo, ma intanto puntiamo sui giovani»
«È un progetto che è stato studiato a lungo termine perché vogliamo riportare il Ragusa dov’era una volta. Abbiamo cercato di farci ripescare in Eccellenza, ma non c’erano posti e non è stato possibile. Quest’anno cercheremo di fare del nostro meglio e di arrivare dove tutti speriamo, ma non voglio dirlo per scaramanzia». Non ha nessun dubbio Arturo Barbagallo, direttore generale del Ragusa. Il nuovo corso del club ibleo, rinato dopo la retrocessione e il disimpegno dello scorso anno, sembra voler puntare in alto sin da subito: «Ragusa ha un suo blasone e una sua storia. Meriterebbe di stare in categorie già affrontate in passato. Il presidente Nicola D’Amico è voluto venire qui proprio per questo, perché è innamorato di questa città». L’interesse del nuovo patron ex Acireale, nato nel corso di questa estate, ha radici più profonde. «D’Amico aveva già rapporti a Ragusa per le sue attività commerciali. Quando gli è stata prospettata questa possibilità, ha voluto concludere il tutto con entusiasmo».
Uno dei fiori all’occhiello del Ragusa sarà il settore giovanile, su cui il club è intenzionato a puntare forte: «Non vogliamo investire soltanto sulla prima squadra, ma soprattutto sul calcio giovanile. Vogliamo avviare delle attività gratuite, senza spese da parte degli atleti». L’obiettivo è coltivare talenti locali: «Questo – prosegue il direttore generale – anche perché il territorio deve essere affezionato a noi e vorremmo avere calciatori del territorio ibleo». Tornando al calcio giocato, in passato il Ragusa ha anche calcato le categorie professionistiche, arrivando in serie C: «La C – precisa subito Barbagallo –, è una parola molto molto grossa in questo momento. Noi non lo diciamo, ma ci pensiamo. A lungo termine, senza dubbio, quella potrebbe essere l’ambizione. Se i ragusani risponderanno nel modo giusto, vedranno anche che D’Amico è uno molto passionale e che si lascia prendere».
E a proposito di entusiasmo, il pubblico sembra già aver cominciato a rispondere: «Abbiamo giocato due partite in casa, una in Coppa e una in campionato. La squadra si sta assestando e vedo che a mano a mano la gente si interessa e comincia a rispondere. Speriamo venga sempre più gente allo stadio». E proprio lo stadio è stato in passato uno degli argomenti più scottanti per quel che riguarda il club ibleo. L’Aldo Campo, tra l’altro, è utilizzato anche dal Marina di Ragusa, squadra di Eccellenza: «Lo stadio è agibile ai fini dell’accesso al pubblico. Serve però manutenzione del terreno di gioco. Qui si allenano due società e l’erba naturale ha bisogno di continua manutenzione».
Il dialogo con l’amministrazione comunale è aperto anche in tal senso: «Abbiamo un ottimo rapporto con loro. Tutto deve essere una simbiosi tra l’amministrazione e la nostra società sportiva». Gli occhi sono però puntati al campionato: il Ragusa ha finora conquistato quattro punti in due gare e ha costruito una squadra che possa puntare alla vittoria del campionato: «Col Pozzallo è stata una giornata di enorme caldo e ne abbiamo risentito. Poi la squadra si è assestata con i nuovi innesti dimostrando il suo valore. Speriamo di continuare così, anche perché mister Raciti – conclude Barbagallo – può essere senza dubbio un valore aggiunto».