L'annuncio dell'assessore ai beni culturali Sebastiano Tusa: «sappiamo che è un'operazione minimale che non risolve il grave problema della disoccupazione nel settore dei Beni culturali, ma costituisce il primo esempio di una serie di operazioni similari»
Beni Culturali, la Regione cerca giovani restauratori A breve bando per i rostri della Battaglia delle Egadi
La Regione pubblicherà un bando per selezionare i giovani restauratori ai quali verrà affidato il compito di pulire e consolidare i rostri della Battaglia delle Egadi rinvenuti nel luogo dove da anni la Soprintendenza del Mare della Regione siciliana conduce ricerche archeologiche subacquee in collaborazione con la fondazione statunitense Rpm Nautical Foundation. Lo annuncia con una nota l’assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa.
«I nostri tecnici delle varie Soprintendenze e Musei, sempre più ridotti numericamente – dice l’assessore – hanno provveduto fino ad oggi a tali operazioni con professionalità e passione. Tuttavia, di fronte ad un siffatto numero di reperti di tale rilevanza, d’intesa con il dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali Sergio Alessandro, abbiamo pensato di cogliere questa opportunità e offrirla a giovani restauratori. Sono tanti, e di elevata professionalità, i restauratori formati dalle varie scuole italiane e da quella presso il nostro Centro regionale per la progettazione e il restauro. Purtroppo molti di loro stentano nel trovare adeguati sbocchi professionali e pertanto abbiamo pensato di dare loro l’opportunità di lavorare, anche se per brevi e limitati contratti, per il restauro di questi rostri recentemente recuperati; tutto sotto la guida e la sorveglianza dei nostri tecnici».
L’operazione sarà effettuata a Favignana, presso l’ex Stabilimento Florio, nell’ambito di una collaborazione tra la Soprintendenza del Mare, il Polo Museale di Trapani e la Soprintendenza per i Beni culturali di Trapani, secondo il sistema del museo aperto che consentirà al visitatore di ammirare i manufatti già da subito e rendersi conto delle operazioni di conservazione e restauro necessarie per la loro salvaguardia.
«Si potrebbe obiettare che si tratta di un’operazione minimale che non risolve il grave problema della disoccupazione nel settore dei Beni culturali – conclude Tusa – Certamente vero, ma costituisce il primo esempio di una serie di operazioni similari che intendiamo estendere a tutto il territorio siciliano e che ci auguriamo darà entusiasmo e speranza ai tanti bravi giovani in cerca di un futuro nel nostro settore».