A Catania una fiaccolata per Stefania Noce «Le vittime del femminicidio sono troppe»

Stefania Noce immaginava che dio fosse una donna nera. La ragazza di 24 anni uccisa a Licodia Eubea lo scorso 27 dicembre 2011 da Loris Gagliano, suo coetaneo ed ex fidanzato, del suo essere femminista non aveva mai fatto mistero. Anche per questo sono i comitati femministi Le Voltapagina e Se non ora quando? Catania a organizzare un’assemblea pubblica e una fiaccolata per ricordarla. Il 26 gennaio all’ex Monastero dei Benedettini – dove si svolgerà l’assemblea – i riflettori saranno puntati «sulle troppe donne uccise in Italia dalla violenza maschile». Marisa Distefano, una delle organizzatrici, in relazione a quello di Stefania parla di «femminicidio». «Stefania è una vittima del sessimo – sostiene – uccisa perché considerata una proprietà da parte del suo fidanzato». Le prime dichiarazioni spontanee di Loris Gagliano parlavano di gelosia. «Lei cercava pretesti futili per litigare e io sono molto geloso», aveva detto il ragazzo. In qualunque caso, risponde Distefano, «lo stimolo è sproporzionato alla risposta, una lite non può portare a un omicidio».

Il ricordo di Stefania è lo spunto per dimostrare che casi come il suo non siano «relegati tra gli effetti della follia umana». Una fiaccolata partirà da piazza Dante, attraverserà via Vittorio Emanuele e piazza Duomo e si fermerà in piazza Università, perché «la violenza sulle donne e il sessismo sono una questione sociale e politica, e come tale deve essere affrontata e discussa». «Il femminicidio è diventata una pratica di massa – spiega Emma Baeri, docente dell’università di Catania e co-fondatrice di Le Voltapagina – Dagli anni ’70 le donne hanno cominciato ad autodeterminarsi, sono libere, è venuta meno la loro immagine rassicurante». E «gli uomini sono spaventati, non sanno come reagire, la loro identità viene destabilizzata». La violenza sarebbe solo la più evidente delle conseguenze. «La fragilità maschile si è accentuata, gli omicidi ne sono la dimostrazione», conclude.

Stefania Noce sarebbe una vittima di tutto questo. Ninni Noce, padre della ragazza, intanto rende noto tramite una pagina Facebook che durante la commemorazione della figlia sono stati raccolti 1474 euro, che sono stati donati all’associazione umanitaria Emergency. «Lei sarebbe contenta», dice.


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Il fatto che fosse femminista non era un mistero per nessuno. E adesso sono due gruppi di femministe a ricordarla. Le Voltapagina e Se non ora quando? Catania organizzano un'assemblea pubblica all'ex Monastero dei Benedettini e una fiaccolata per le vie della città, il 26 gennaio. L'obiettivo è ricordare le vittime femminili della violenza maschile, le donne assassinate «perché i loro uomini le consideravano una proprietà»

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