Dal Comune di Catania arriverà soltanto il patrocinio gratuito. Un aiuto, forse, potrebbe darlo la Regione Siciliana, ma è ancora tutto in divenire. E alla manifestazione circense manca ormai poco meno di un mese. «Per il futuro speriamo vada meglio», dicono gli attivisti
Ursino buskers, quest’anno senza fondi comunali Parte la campagna di autofinanziamento del 2018
Niente fondi dal Comune di Catania, ma forse qualche spicciolo dalla Regione Siciliana. L’edizione 2018 dell’Ursino buskers, il festival delle arti di strada organizzato dall’associazione culturale Gammazita, si farà ancora a digiuno di finanziamenti. Mentre gli attivisti attendono il pagamento delle spettanze dell’evento del 2017, quando Palazzo degli elefanti ha previsto un aiuto di diecimila euro, ancora non arrivati, all’organizzazione tocca fare i conti con le nuove ristrettezze economiche. Dovute pure al peggiorato stato delle casse municipali, su cui pende l’ormai fissa spada di Damocle della dichiarazione del dissesto economico-finanziario chiesta dalla Corte dei conti di Palermo. «Dobbiamo ancora pagare alcuni fornitori dell’edizione dell’anno scorso – spiega Daniele Cavallaro di Gammazita – E ci hanno fatto capire dal Comune che avere questi diecimila euro, che ci spettano, non sarà semplice».
L’Ursino buskers è la prima iniziativa legata alle arti di strada del capoluogo etneo. Dalla prima edizione (2014) alla quarta (2017) sono arrivati nel capoluogo etneo centinaia di artisti, giocolieri e saltimbanchi da tutto il mondo. Senza contare il flusso di persone che ha preso parte all’iniziativa: le stime hanno sempre parlato di più di ventimila persone nel totale dei giorni del festival, anno dopo anno. Nel 2018 gli spettacoli saranno realizzati nella zona del Castello Ursino dal 21 al 23 settembre, e le feste di autofinanziamento sono già iniziate (la prossima è fissata per il 29 agosto). «Siamo ormai un punto di riferimento nazionale – continua Cavallaro – Chi ci conosce lo sa: il nostro lavoro è per la riqualificazione del quartiere, ha un nettissimo sfondo sociale. Se l’Ursino buskers è un festival che fa bene alla città, allora la città lo deve sostenere».
Nei corridoi di Palazzo Platamone, sede dell’assessorato alla Cultura, si vocifera che sia stato direttamente il sindaco Salvo Pogliese a interessarsi della faccenda. «Abbiamo già parlato due volte con un dirigente regionale – aggiunge l’attivista di Gammazita – Abbiamo inviato tutta la documentazione per richiedere il patrocinio oneroso a Palermo». Dal capoluogo dell’Isola potrebbero arrivare meno di cinquemila euro, ma per parlare di cifre è ancora troppo presto. Nonostante alla manifestazione manchi, ormai, meno di un mese. «Il nostro obiettivo è di alzare sempre di più il tiro: ogni edizione abbiamo tentato di fare meglio della precedente, invitando sempre artisti più famosi e di livello internazionale – prosegue Cavallaro – Siamo sempre più in affanno e sappiamo che un modo per risolvere il problema c’è: che il festival sia messo a bilancio e finanziato con la tassa di soggiorno». Una proposta ribadita anno dopo anno e finora rimasta inascoltata.
«Quello dell’Ursino buskers è il primo progetto che ho letto dal mio insediamento – dichiara a MeridioNews l’assessora alla Cultura Barbara Mirabella – Lo trovo bellissimo, in crescita e assolutamente di valore per la città di Catania». Una posizione che, però, deve confrontarsi con le ristrettezze del momento economicamente più buio che il capoluogo etneo stia vivendo da tanto tempo. «Daremo certamente il nostro patrocinio gratuito e metteremo a disposizione tutti i servizi che possiamo per garantire la buona riuscita della manifestazione: come negli scorsi anni, si attendono decine di migliaia di persone e noi faremo la nostra parte». Mentre i volontari del festival faranno la loro: «È un lavoro meritorio e una grande occasione per i catanesi». «Sappiamo che da parte dell’amministrazione c’è grande apertura nei nostri confronti e siamo consapevoli delle difficoltà dovute al rischio dissesto e all’insediamento avvenuto così di recente – conclude Daniele Cavallaro – Speriamo che l’anno prossimo le cose siano diverse».