Etna, Tar di Catania su caso della parentopoli guide Ricorso «potenzialmente idoneo per annullamento»

Tutto rinviato a settembre, ma l’ultima ordinanza del tribunale amministrativo catanese fa sperare chi auspica l’azzeramento della contestatissima selezione dei partecipanti all’ultimo corso di formazione per nuove guide dell’Etna. La quarta sezione del Tar etneo ha ordinato l’integrazione del contradditorio «rilevato – si legge nell’ordinanza emessa dal giudice Giovanni Iannini e firmata da Maurizio Antonio Francola – che il primo motivo di ricorso è potenzialmente idoneo a decretare l’annullamento dell’intera procedura concorsuale». Chi aveva chiamato in causa la giustizia amministrativa erano stati una quarantina dei partecipanti alle selezioni che sono oggetto, per altro verso, di una parallela indagine della procura di Catania sulla presunta parentopoli denunciata nelle scorse settimane in un esposto. Le presunte irregolarità durante le prove fisiche del 3 maggio scorso avrebbero finito per avvantaggiare figli e parenti – dieci persone su 19 vincitori totali della selezione – dei componenti del direttivo del Collegio regionale delle guide vulcanologiche, l’ente organizzatore del concorso. Ma ci sono anche le paventate anomalie nell’applicazione del regolamento delle prove, come nella rilevazione dei tempi, che hanno spinto le aspiranti guide a rivolgersi al Tar.

Le prove, cioè test di resistenza fisici condotti in alta quota sull’Etna, sono l’unica possibilità per essere ammessi al corso che forma le sole figure professionistiche abilitate ad accompagnare i turisti ai crateri di Etna e Stromboli, appunto le guide alpino-vulcanologiche. Dopo un blocco dei corsi lungo un quindicennio, negli ultimi due anni si sono tenuti ben due corsi di formazione. Il primo ha già immesso sul mercato del turismo siciliano una ventina di nuove guide; il secondo è invece finito nella bufera parentopoli, ma mentre la giustizia fa il suo corso le lezioni per i 19 vincitori vanno avanti. Ecco perché i ricorrenti hanno chiesto la sospensiva cautelare e l’annullamento del concorso.

Un altro ricorso chiedeva la riammissione di soli sette dei partecipanti esclusi – in totale gli iscritti erano più di cento – ed era stato respinto sempre dal Tar qualche giorno fa. Tutt’altra storia sembra riguardare, invece, il secondo appello sposato appunto da un numero ben maggiore di iscritti rimasti fuori. Serve però «integrare il contraddittorio – prescrive il Tar di Catania – anche nei confronti di tutti i candidati che abbiano superato con esito favorevole le prove concorsuali». Cioè produrre nuova documentazione. Fino al 23 agosto ci sarà tempo per presentare le memorie, anche appunto dalle parti chiamate in contradditorio. La camera di consiglio per la prosecuzione dell’esame della domanda cautelare dei ricorrenti è invece fissata al 20 settembre 2018.


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