Migranti, nave Diciotti sbarcherà nel porto di Trapani Tensione per le parole di Salvini, polizia è a bordo

I migranti giù dalla nave in manette? Parole che si commentano da sole. È questo il giudizio che in queste ore trapela dalla procura di Trapani, città in cui è atteso l’arrivo della Diciotti, la nave della guardia costiera su cui, domenica sera, sono stati trasferiti i 67 migranti recuperati nel Mediterraneo dal mercantile italiano Vos Thalassa. L’approdo dell’imbarcazione era previsto in un primo momento per le 18, ma in serata si è appreso che arriverà in rada nella notte e toccherà la banchina solo domattina, verso le otto. Intanto a bordo, secondo quanto riferisce l’Ansa, ci sono uomini della capitaneria di Porto e della polizia di Stato. 

L’evento ha già rilanciato le polemiche sull’accoglienza: il ministro degli Interni ha avvertito che «prima di concedere qualsiasi autorizzazione attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori», per poi aggiungere che gli stessi dovranno scendere dalla Diciotti con le «manette» ai polsi. Il capo del Viminale fa riferimento alla presunta reazione dei migranti salvati, nel momento in cui hanno temuto di potere essere consegnati alla guardia libica invece che alle autorità italiane. Protesta che sarebbe stata caratterizzata da momenti di tensione, raccontati dal personale della Vos Thalassa alla guardia costiera italiana. 

Quella di Salvini, tuttavia, sembra destinata a restare l’ennesima dichiarazione forte, senza effetti concreti. Se non quello di alzare i toni sul tema che dall’indomani della formazione del nuovo governo M5s-Lega ha monopolizzato o quasi l’agenda dell’esecutivo. La considerazione circola anche negli uffici di via XXX Gennaio, dove ha sede la procura trapanese. «Salvini è un ministro e un ministro non può disporre queste misure, sono dichiarazioni che si commentano da sé», è il pensiero dei magistrati, con cui si rimarca come la competenza su qualsiasi iniziativa di carattere giudiziario spetterà agli inquirenti e non al ministro degli Interni.

Nelle settimane scorse, un altro ministro, il pentastellato Danilo Toninelli, aveva annunciato il sequestro della nave della ong Lifeline, nel caso in cui fosse arrivata in un porto italiano per sbarcare i migranti recuperati nel corso di un’operazione in cui, a giudizio del governo italiano, i volontari dell’organizzazione non governativa sarebbero intervenuti nonostante il compito di portare avanti il salvataggio toccasse ai libici. In quel caso ad animare il ministro delle Infrastrutture, che sul tema migranti ha ribadito di essere pienamente in sintonia con Salvini, era stata anche la vicenda relativa ai dubbi in merito alla registrazione dell’imbarcazione in Olanda. La Lifeline poi è stata effettivamente sequestrata, ma dall’autorità giudiziaria maltese. 


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