La rottura apparentemente insanabile tra il consigliere e il gruppo pentastellato si è consumata oggi a Palazzo delle Aquile. «Non ho mai detto che vado via dal gruppo e non intendo iscrivermi a quello misto, ma da questo momento non dipendo più da loro. Aspetto che nel movimento prendano delle decisioni, anche forti, a partire dei vertici nazionali»
M5s in Comune: Gelarda non lascia ma è frattura «Gruppo locale fragile e contro la linea nazionale»
«Non lascio né l M5s né il gruppo. Però, mi sono reso indipendente da queste cinque persone, da cui prendo le distanze, ma rimango orgogliosamente nel movimento. Il mio è un atto politico di protesta nei confronti di come si sta gestendo il movimento a Palermo». La frattura, apparentemente insanabile, tra il consigliere del M5s Igor Gelarada e il gruppo consiliare pentastellato si è consumata oggi a Palazzo delle Aquile. Durante i lavori a Sala delle Lapidi, Gelarda ha comunicato la sua decisione. Non sono un mistero per nessuno gli attriti che vanno avanti da mesi tra lui e ii colleghi in consiglio, in particolare con il capogruppo Ugo Forello. Ma, a far traboccare la pazienza del consigliere, sarebbe stata l’ultima riunione che si è svolta lunedì scorso tra tutti gli eletti del m5s palermitano.
«Era l’occasione per riprendere le fila del movimento a Palermo – ha ribadito anche in Aula – Un modo per rilanciare il M5s dentro la linea governativa, la sola che il movimento, che non accetta correnti, può tollerare». La riunione, tuttavia, avrebbe rivelato tutta la fragilità del movimento poiché «nessuna posizione è stata presa sulla censura da parte dei miei colleghi sul mio operato e delle accuse rivolte anche al nostro leader siciliano Cancelleri sulla chiusura dei porti. E di quello che io considero un colpo di mano, quanto sono stato esautorato dall’utilizzo della pagina 5stelle, e di alcune scelte errate fatte in consiglio comunale. In segno di protesta, ho voluto fare questo gesto politico, e credo di essere il primo a fare qualcosa di simile: di solito si va via o si viene cacciati».
Se è evidente la rottura con il gruppo e, in particolare, con il capogruppo, meno netta sembra la posizione rispetto al gruppo consiliare: «Non ho mai detto che lascio il gruppo e non intendo iscrivermi a quello misto, ma da questo momento non dipendo più da loro. Ora, aspetto che nel movimento prendano delle decisioni, anche forti, a partire dei vertici nazionali. Che potrà tramutarsi nella mia espulsione o quella degli altri. Ma così non si può andare avanti. Non ce l’ho con Forello però, sicuramente, quello che ha fatto dichiarazioni contro la linea politica del leader Di Maio, e di quello regionale, Cancelleri, mi pare sia stato lui. In questo momento deve capire che è Forello che si deve adeguare alla linea nazionale».