«La gente le è stata accanto, e questo l'ha aiutata». Così racconta Antonio Guarino, il compagno della ragazza ferita nel corso di una sparatoria l'1 luglio del 2010. Ora il giovane non vede l'ora che arrivi il 5 dicembre, giorno del rientro della fidanzata dal centro di riabilitazione a Imola: «A poco a poco, cercheremo di tornare a una vita normale»
Laura Salafia finalmente a casa Il fidanzato: «Ce la faremo»
A luglio 2010, quando Andrea Rizzotti ha colpito per sbaglio la studentessa Laura Salafia con un colpo di pistola, in piazza Dante a Catania, Antonio Guarino fidanzato della ragazza era a lavoro. E tra la porta del bar che gestisce e quella della sede etnea dell’agenzia giornalistica Ansa c’è appena un corridoio. «Avevo aperto da poco, stavo sistemando, quando è entrato un giornalista comincia a raccontare Antonio “Hai sentito che è successo stamattina ai Benedettini?”, mi ha chiesto. Io non sapevo nulla, avevo sentito Laura un’ora prima, mi aveva detto che aveva superato l’esame, era tutto tranquillo». Il giornalista sapeva solo che anche Antonio è di Sortino, come Laura, non aveva idea che i due fossero fidanzati. «Quando mi ha ripetuto il nome della vittima, ho pensato a uno scherzo», ricorda Antonio.
Era l’1 luglio. Dopo 16 mesi di terapia a Imola, Laura torna a Catania. Il 5 dicembre, a mezzogiorno, atterrerà in città con un volo speciale pagato dalla Regione Sicilia. «Come si dice, sono più confuso che persuaso racconta Antonio Sia io che lei siamo concentrati sulle cose che cambiano: lì qualunque cosa accadesse sembrava si mettesse da sola al posto giusto, qua non sappiamo ancora come andrà». Ma «tutto questo passa in secondo piano, per via della felicità legata al suo ritorno: piuttosto che una volta al mese, finalmente, posso andare a trovarla tutti i giorni».
Per almeno un mese Laura starà all’unità spinale unipolare dell’ospedale Cannizzaro. «Poi dovrà tornare a casa, una casa senza barriere architettoniche», ricorda Guarino. E di quello si sta occupando l’assessore ai Servizi sociali Carlo Pennisi. Nel frattempo, la sottoscrizione lanciata per aiutare Laura comincia ad avere un senso: «L’ultima volta che ho controllato, erano stati raccolti circa 40mila euro». Secondo Antonio, la reazione dei catanesi è stata più calorosa di quella delle istituzioni, che per qualche mese hanno taciuto. «I cittadini non si sono mai tirati indietro: qualcuno ha mandato a Laura dei fiori in ospedale, qualcun altro un libro. Per lei, sapere di non essere sola è stato di grande aiuto».
Intanto, il processo di primo grado contro l’uomo che ha premuto il grilletto è finito. La sentenza è stata di colpevolezza, senza nessuna attenuante. Diciotto anni di detenzione la condanna. «Sono contento che non gli siano state concesse le attenuanti dice il ragazzo perché almeno non è passato il messaggio che chiunque possa scendere in strada a sparare senza rischi. Giustizia è stata fatta, anche se bisogna aspettare l’appello».
L’imminente ritorno a Catania della ragazza fa ben sperare il suo fidanzato: «A poco a poco, cercheremo di tornare a una vita normale sostiene Non so dove abbiamo trovato la forza finora, ma ce l’abbiamo fatta e ce la faremo».
[Foto di Solidarietà a Laura Salafia]