Si chiama Elpl Gallery e verrà inaugurata oggi. L’obiettivo è quello di sfruttare l’art therapy e i suoi benefici per migliorare gli spazi destinati al ricovero. Elena Foddai, psicologa: «Vogliamo trasformare il disagio in meraviglia. Ci sarà spazio per tutti, ci impegniamo per almeno tre anni»
Civico, una galleria d’arte nel padiglione di Oncologia «Migliorare l’ambiente può fare la differenza nella cura»
«Trasformare il disagio in meraviglia». È questo l’obiettivo che spinge la psicologa Elena Foddai a portare i colori e le forme dell’arte all’interno di luoghi in cui, forse, non ci aspetteremmo di trovarne. Come in un ospedale, ad esempio. La bellezza da usare come terapia, efficace per l’anima quanto per il corpo. È da questo assunto che prende vita Elpl Gallery, la galleria d’arte che verrà allestita all’interno del nuovo padiglione di Oncologia dell’ospedale Civico di Palermo e che verrà inaugurata oggi. Si punta al benessere della persona attraverso la trasformazione di uno spazio tetro per definizione, come l’atrio di una struttura ospedaliera, in un luogo di cultura, di svago, di bellezza. L’iniziativa fa parte del progetto L’arte salverà il mondo, incentrato sull’art therapy e i suoi benefici, sia sui pazienti che sui medici e gli operatori che di loro si prendono quotidianamente cura.
A contribuire alla realizzazione dello spazio espositivo il supporto offerto dal club Rotary Monte Pellegrino e altri club Rotary di Palermo, che forniranno i materiali per l’allestimento della galleria. Prezioso anche il coinvolgimento dell’assessorato ai Beni Culturali del Comune, dell’Accademia di Belle Arti e della Galleria d’Arte Moderna di Palermo. «Esiste una stretta interdipendenza tra ambiente, malattia e benessere di ciascun individuo – spiega la dottoressa -. L’ambiente è uno di quegli aspetti che fa la differenza rispetto al benessere organizzativo e deve quindi diventare una risorsa per supportare il processo di rigenerazione della salute». L’idea, tuttavia, non è inedita. Altre strutture palermitane l’hanno già realizzata, rodandola e considerando sorprendentemente efficace. «Basta pensare al vicino Pindemonte, una struttura creata apposta bella, con statue e con dipinti, proprio perché si è capito da tempo che lo spazio influisce positivamente sul benessere delle persone, è un’idea vincente».
Vecchia idea ma metodi tuttavia innovativi. Quello che la dottoressa Foddai e i colleghi coinvolti nel progetto hanno intenzione di realizzare è una galleria aperta a tutti: «L’ospedale è uno spazio di tutti, di conseguenza lo sarà anche la galleria stessa – spiega -. Avremo diversi direttori artistici, ma ribadisco che lo spazio è di tutti, significa che chiunque potrà dare il proprio contributo, nei modi e nelle misure più adeguate. Siamo aperti a qualsiasi iniziativa». Una delle idee regalate all’iniziativa, per esempio, è quella di una docente della facoltà di Psicologia che si occupa di bambini e di prima infanzia di fare realizzare alcuni lavori proprio ai più piccoli per abbellire l’ospedale, girando per le scuole. «Accettiamo le proposte di tutti, perché sarà uno spazio per tutti, ci impegniamo almeno per tre anni». La prima mostra partirà a inizio ottobre, i pazienti quindi non hanno ancora nessuna conoscenza del progetto in cantiere, sarà per loro una sorpresa.
Mentre il personale lo conosce da tempo e ha accolto benissimo questa iniziativa: «Sono tutti davvero felici, soprattutto considerando la pesantezza che comporta lavorare in un reparto come quello oncologico – racconta ancora la psicologa -. Vogliono che questa cosa vada assolutamente avanti. L’idea non è nuova, ma cercheremo di concretizzarla in maniera inedita. Anche perché a livello locale iniziative come queste, che implicano abbellimenti e colori, riguardano in genere solo realtà e reparti destinati ai bambini». Come quello di Oncoematologia pediatrica – sempre al Civico: nessuno tende a destinare progetti di questo tipo a pazienti adulti, ma anche loro, come i più piccoli, meritano alla stessa maniera di godere dell’influsso positivo che deriva dal fatto di essere curati in un bel posto, colorato, dipinto, dove qualcuno ha realizzato le proprie idee con lo scopo di migliorare il tempo che sono costretti a passare in reparto.