Comunali Ragusa, Cassì insieme a Fratelli d’Italia «Ma resto un civico che vuole far ripartire la città»

«Sono Peppe, ho 55 anni e voglio diventare il sindaco di questa nostra terra». Inizia così, sul suo sito internet, la presentazione di Peppe Cassì, uno dei sette candidati alla poltrona di primo cittadino a Ragusa, in occasione della elezioni amministrative del 10 giugno. Cassì parla di «schiena dritta», del suo amore per lo sport e il basket, di famiglia e di legge. Una passione quest’ultima che lo ha portato a laurearsi in Giurisprudenza a 23 anni. E poi il suo programma, racchiuso in otto punti, per il rilancio della città capoluogo. Cassì ha incassato il sostegno di Fratelli d’Italia (che ha, di fatto, sancito la spaccatura all’interno della coalizione di centrodestra) e si presenta anche con le liste civiche Peppe Cassì Sindaco, Fuori dagli schemi e Movimento Civico Ibleo.

In caso di vittoria, qual è la prima cosa che farebbe, la più importante e urgente per la città?
«Le mie scelte sono primariamente dettate dal metodo, dunque posso dire che la mia prima azione sarà mettere mano alle carte, insieme alla mia squadra, per dare da subito un indirizzo di stampo manageriale a quest’amministrazione. E adotterei un piano urgente di manutenzione delle strade».

Come vede la sua Ragusa tra cinque anni?
«Al termine di questa consiliatura immagino una città più vivibile e più civile, con un centro storico degno di questo nome, delle strade sicure e la Vallata Santa Domenica finalmente fruibile. Una città risvegliata dal senso di apatia che ne ha spento le luci, con una nuova spinta economica che parte dal turismo, dalla cultura e dalla valorizzazione delle nostre eccellenze in campo agroalimentare e zootecnico».

Perché dare fiducia a lei e alla sua squadra?
«Come ho detto, fondamentali per me sono idee, metodo e persone. Per questo le prime tre che ho designato per la mia giunta sono professionisti di altissimo livello ed esperienza, oltre che di grande spessore umano. Ad accordare fiducia al mio progetto sono stati il dottor Luigi Rabito, primario di Anestesia e Rianimazione e persona di rara umanità; la dottoressa Giovanna Licitra, dirigente della Camera di Commercio, vera esperta in fatto di economia e gestione delle imprese locali; e il dottor Giovanni Iacono, persona integra e coerente e di grande esperienza nella politica locale».

Lei si pone come espressione della società civile, ma sono parte attiva del suo progetto note figure politiche di lungo corso. Come si conciliano le due cose?
«Il mio progetto è trasversale ed è mia intenzione sottrarmi alle logiche partitiche, privilegiando le persone e le idee. Le figure politiche di lungo corso da cui ho scelto di farmi accompagnare in questo percorso incarnano i miei stessi ideali. Si tratta, peraltro, di persone d’esperienza che porteranno un utile bagaglio di conoscenza tecnica e amministrativa».

Verso chi guarderebbe in un eventuale ballottaggio?
«Sinceramente, non mi sono ancora posto il problema. La mia idea, d’istinto, è che andrei avanti con la mia squadra, confidando nel sostegno anche di quegli elettori che al primo turno avranno fatto scelte diverse».

La coalizione di centrodestra non poteva arrivare unita all’appuntamento elettorale?
«Poteva farlo, ma la questione mi interessa poco. Ho sempre rivendicato la mia matrice civica. Ho voluto io stesso smarcarmi e stare alla larga dalle diatribe dei partiti. La spaccatura nella coalizione di centrodestra non è comunque un fenomeno solo locale, come dimostrano le attuali vicende nazionali».

La cosa peggiore e la cosa migliore della sindacatura uscente?
«Il distacco dalla gente, la diffidenza, l’arroccamento, sono le critiche che avverto con maggiore frequenza nei miei incontri con i cittadini. Una buona iniziativa è stata certamente l’avvio dei lavori di rigenerazione della Vallata Santa Domenica».


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