Le manette sono scattate ai polsi di Nicola Amoroso, 37 anni, coinvolto nell'operazione Illegal duty. L'uomo si trovava nella città di Biebesheim, nei pressi di Francoforte. Insieme a Pietro Maccarrone e Alfredo Mannino si sarebbe occupato degli affari nel territorio etneo, compresi quelli al mercato ortofrutticolo
Latitante degli Scalisi di Adrano catturato in Germania Sfuggito a blitz del 2017 sarebbe tra i vertici del clan
Dopo dieci mesi di latitanza è stato catturato Nicola Amoroso, 37 anni, detto Cola tri piedi, considerato dagli investigatori uno dei pezzi grossi del clan Scalisi, attivo nel territorio di Adrano e legato a clan Laudani. Amoroso, sfuggito al blitz Illegal duty del 2017, è stato arrestato nella città di Biebesheim, nei pressi di Francoforte, Germania. All’arresto si è giunti grazie al supporto di Europol e a un’indagine congiunta della procura di Catania con la collaborazione della polizia tedesca e di quella dei commissariati di Catania e Adrano.
Amoroso era destinatario di un mandato di arresto europeo per reati in materia di armi, associazione mafiosa, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina e ricettazione. Ma chi è Nicola Amoroso? Per gli inquirenti è uno dei soggetti che insieme a Pietro Maccarrone e Alfredo Mannino, avrebbe avuto il controllo delle attività illecite del clan Scalisi. Nell’operazione Illegal duty sono state 39 presunti esponenti malavitosi, attivi anche nel controllo del mercato ortofrutticolo locale con i titolari dei box costretti a pagare sia una somma mensile che a versare una sorta di obolo per entrare, scaricare e acquistare la merce.
Le indagini riguardano il periodo che va da novembre 2014 a giugno 2016. Un periodo in cui il capo del clan sarebbe stato, nonostante la detenzione, Giuseppe Scarvaglieri. Dal carcere avrebbe comunicato con Alfredo Mannino. Non attraverso pizzini ma con vere e proprie lettere che sarebbero servite per impartire ordini e disposizioni. Soprattutto sul racket delle estorsioni, principale attività della cosca. Un giro d’affari che non è stato possibile quantificare ma che avrebbe portato ad una pax mafiosa tra cosche rivali. Da un lato gli Scalisi e dall’altro i Santangelo–Taccuni, vicini alla famiglia Santapaola-Ercolano. Oltre alle 22, tra estorsioni e tentate estorsioni, a essere contestate ci sono anche violente rapine.