L'assessore all'Ecologia Rosario D'Agata annuncia variazioni sostanziali alla gara d'appalto settennale, a cui continua a non volere partecipare nessuna azienda. Per l'affare da 350 milioni di euro non sono arrivate offerte neanche con l'ultima formulazione pensata da Palazzo degli elefanti, la quarta. Seneco, intanto, rimarrà in città
Appalto rifiuti, deserta anche procedura negoziata Nuove modifiche al bando. Rischio altre proroghe
Per l’ennesima volta non si è presentato nessuno. La spazzatura del Comune di Catania continua a puzzare anche per le aziende che dovrebbero occuparsi di raccoglierla e che, ancora, scelgono di non partecipare alla gara. Neanche a quest’ultima, svolta con il meccanismo – finora inedito – della procedura negoziata: l’amministrazione comunale aveva invitato alcune decine di aziende presentare un’offerta per l’igiene urbana in città. Un maxi-affare da 350 milioni di euro che, secondo le ditte, continua a essere antieconomico e di difficile accesso. Così la gara pubblica per tre volte è andata deserta e, con l’avallo dell’Anac, Palazzo degli elefanti ha deciso di procedere con le lettere d’invito.
«Come ampiamente prevedibile, non si è presentato nessuno – dichiara a MeridioNews l’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata – Abbiamo già pronte le modifiche al bando, devono solo passare al vaglio del collegio di difesa e dell’Anticorruzione, nell’ottica della collaborazione anche con loro». Non sarà, però, una gara pubblica bensì una nuova procedura negoziata. Non si sa ancora quali modifiche siano state apportate ma, in base a quanto previsto dall’amministrazione, i tempi non dovrebbero essere particolarmente lunghi. Certo è che la strada di una nuova proroga al consorzio Seneco – composto dalle ditte Senesi ed Ecocar – sembra già tracciata.
Il ricorso allo strumento della procedura negoziata, inoltre, lascia intendere che neanche stavolta Palazzo degli elefanti abbia deciso di «spacchettare» l’appalto. Quest’ultima opzione era una delle proposte dell’Anac, che aveva suggerito di trovare una formula per dividere l’elefantiaco bando in diversi altri, più piccoli, quindi più facili da aggiudicare e meno suscettibili di scatenare appetiti malavitosi. Quegli stessi che rendono la spazzatura un tema caldissimo in tutta la Sicilia. E che, nel capoluogo etneo, sono stati evidenziati dall’inchiesta Garbage affair della procura di Catania. Un blitz che a metà maggio aveva fatto finire in manette, o interdetti dall’esercizio delle loro funzioni, dipendenti comunali (Orazio Fazio, responsabile del servizio di Nettezza urbana; Massimo Rosso, ex ragioniere generale; e Leonardo Musumeci, ex direttore dell’Ecologia) e l’imprenditore romano Antonio Deodati, patron di Ecocar.
Adesso sembra chiaro che proprio quel mini-bando al centro dell’indagine continuerà a governare l’igiene urbana cittadina anche oltre il 30 aprile, data in cui è prevista la scadenza dell’ultima proroga attribuita alle ditte. Un fatto, quest’ultimo, che però non dipende dal fatto che anche stavolta le aziende abbiano latitato di fronte alla possibilità di prendersi in carico il territorio catanese. Che una nuova proroga fosse già al vaglio era evidente già leggendo i termini della procedura negoziata scaduta oggi: la data della riunione per l’apertura delle buste – qualora ne fossero pervenute – era fissata per il 2 maggio 2018. Già oltre la scadenza.