Il «fattore umano» ha deciso tutto. Il patto fra i deputati Alfio Papale e Giuseppe Zitelli non ha retto davanti a veti e dissapori insuperabili. Daniele Motta, il candidato del sindaco uscente Carlo Caputo, dovrà adesso sfidare il medico scelto dai forzisti, Nunzio Distefano del Pd e la novità del M5s, l'avvocata Anna Valenti
Elezioni Belpasso, salta alleanza del centrodestra «Troppo astio fra di noi». Ora FI sceglie Guzzetta
Arrivati sul più bello, hanno dovuto arrendersi. I due deputati regionali Alfio Papale e Giuseppe Zitelli non ce l’hanno fatta e così la reunion del centrodestra di Belpasso resterà un bell’esercizio di teoria politica e nulla più. Al via delle prossime Comunali gli schieramenti saranno quelli degli ultimi anni: da una parte l’area del 67enne ex sindaco di Forza Italia; dall’altra il gruppone centrista riunito intorno al sindaco non ricandidatosi Carlo Caputo e a Zitelli – unico eletto di Diventerà bellissima in provincia – che già da gennaio propone come candidato sindaco l’ex assessore Daniele Motta.
La trattativa aveva subito un’accelerazione negli ultimi dieci giorni. Anche per la spinta del governatore Nello Musumeci, fra i registi del patto Papale-Zitelli per la riconciliazione, convinto che in una città con due deputati della stessa area il centrodestra dovesse marciare unito. Alla vigilia del faccia a faccia clou fra i due gruppi, era stato Caputo, ex vicesindaco di Papale diventato suo rivale politico, ad alzare il tiro dalle pagine di MeridioNews sfidando il deputato. E i forzisti, di fatto, i livori li avevano accantonati, dicendosi anche pronti ad accettare la nomination già definita di Motta pur di dare vita a quella che già tutti chiamavano «la grande coalizione».
Cos’è che allora non ha funzionato? Il «fattore umano» sembra essere stato quello più decisivo. Sia Papale che Caputo, nel corso delle settimane a loro agio nel ruolo di registi per nulla occulti, lo chiamano in causa. «Fra i nostri gruppi ci sono asti atavici, non era facile portare avanti un disegno così complesso», ammette il deputato rieletto lo scorso novembre all’Ars. «Per cinque anni la nostra coalizione è stata contrastata da loro, non potevano bastare due mesi per cambiare tutto», ricorda il sindaco in carica.
Come sempre in politica, la teoria disancorata dalla pratica spiega poco. Oltre agli «attacchi troppo duri da poter cancellare», c’è anche il muro alzato da due maggiorenti della coalizione Motta-Caputo, il presidente del Consiglio Salvo Licandri e il consigliere ex Pdl Moreno Pecorino, entrambi al lavoro su due liste. Il primo, avvicinatosi al deputato Pd Luca Sammartino, sul suo «no» era già stato chiarissimo parlando a MeridioNews; il secondo aveva lasciato l’opposizione dopo la rottura con Papale – di cui era stato assessore – per entrare in area caputiana. Ritrovarsi di nuovo accanto dell’ex alleato sarebbe stato troppo.
«Hanno vinto coloro che tengono solo ai posti di potere – aggiunge sul punto Papale – Ci sono state in passato troppe transumanze fra i nostri gruppi che non vedono la politica in maniera obiettiva. E così ci siamo stretti la mano e ognuno per la sua strada». Il deputato forzista adesso riparte dal nome su cui si ragionava in parallelo: il medico Gregorio Guzzetta, già candidato civico nel 2013. Sarà lui, salvo novità, il quarto aspirante sindaco della partita di Belpasso. In campo infatti, oltre al già citato Daniele Motta, c’è Nunzio Distefano, uomo del deputato Anthony Barbagallo, candidato per il Pd senza però il contributo dei sammartiniani, in coalizione con Motta. Ed anche il Movimento 5 stelle, a Belpasso guidato dalla deputata Ars Gianina Ciancio, ha chiuso il cerchio scegliendo l’avvocata Anna Valenti.