Dietro alla morte di Giuseppe Destro e al tentato assassinio di suo fratello Carmelo ci sarebbe una storia di contese tra famiglie per la gestione di alcune aree rurali. Lo sostengono i magistrati di Caltagirone, che hanno chiesto e ottenuto l'arresto di Salvatore, Sebastiano e Nuccio Montagno. Guarda foto e video
Omicidio a Licodia Eubea, arrestati tre uomini Il delitto per il controllo dei terreni per i pascoli
Li hanno presi
stamattina, all’alba, ma erano sulle loro tracce da settimane. Perché gli investigatori hanno capito subito che non si trattava semplicemente di una questione lavorativa, ma di un più ampio problema di controllo del territorio. Salvatore, Sebastiano e Nuccio Nunzio Montagno (rispettivamente 72, 71 e 40 anni) sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri di Caltagirone. Sono accusati, in concorso, dell’omicidio di Giuseppe Destro e del tentato omicidio del fratello, Carmelo. I fatti sono avvenuti in contrada Giurfo, a Licodia Eubea, lo scorso 26 febbraio. Il movente sarebbe una lotta tra diverse famiglie, attualmente in corso nel Calatino, per la gestione dei terreni rurali. Tutt’e tre sono stati portati nel carcere di Caltagirone.
I due fratelli Destro si trovavano, come ogni giorno, nei terreni di contrada Giurfo dove portavano a
pascolare le loro mucche. Erano ai bordi della strada che costeggia le campagne di Licodia, intenti a riparare la recinzione di un’area che, però, non sarebbe stata nelle loro disponibilità. A pochi metri di distanza dal punto in cui stavano eseguendo i lavori c’era il loro fuoristrada. È il tardo pomeriggio ed è già buio quando vengono raggiunti dal commando che ucciderà Giuseppe Destro (48 anni) e ferirà gravemente Carmelo (59 anni), rimasto in coma per diverso tempo e risvegliatosi da qualche settimana.
All’inizio si era pensato che si trattasse di un altro allevatore, ma a portare gli inquirenti su un’altra pista sono stati i ritrovamenti sul luogo del delitto:
cinque bossoli di cartucce provenienti da un fucile a pallettoni. Un’arma automatica che spara al massimo tre colpi e che deve essere modificata per arrivare a cinque. E che, come spiegano gli investigatori, non è l’arma più diffusa tra i mandriani, i quali sono invece soliti usare per la difesa degli animali i fucili a pallini. In effetti, le armi a sparare quella sera sarebbero state almeno due, considerando che nel corpo di Carmelo Destro, sopravvissuto, si sono conficcati diversi pallini. È comunque l’uso dei pallettoni ad avere fatto sì che ai tre Montagno, tutti pregiudicati, viene adesso contestata anche la premeditazione.
Salvatore, Sebastiano e Nuccio Montagno, per la procura calatina, dovranno rispondere di
omicidio e tentato omicidio aggravati sia dall’avere pianificato il fatto, sia dai motivi abbietti e futili. Inoltre a loro viene contestato anche il reato di possesso abusivo di armi e munizioni. La questione della gestione dei terreni destinati alla pastorizia è al centro delle attenzioni degli investigatori ormai da diverso tempo. Da quando, cioè, il tema della mafia dei Nebrodi è arrivato sulle testate nazionali e gli arresti eccellenti dell’anno scorso hanno portato alla luce un sistema di gestione illecita dei pascoli, tra estorsioni e minacce.