Davide Santonocito, il direttore generale della squadra etnea che milita nel girone D di Serie B, ha fatto il punto della situazione raccontando a MeridioNews gli ostacoli incontrati quest'anno. «Stiamo già programmando con speranza la prossima stagione, puntando anche sulla nostra under 15. Il futuro è lì»
Catania calcio femminile fra difficoltà e fiducia Dg: «Senza contratti rischio improvvisazione»
Mantenere l’ottimismo, pur se in un contesto costellato da grandi difficoltà. È questo lo spirito del direttore generale del Catania calcio femminile, Davide Santonocito. «Siamo partiti con dei presupposti che sono poi venuti meno», spiega a MeridioNews il dg con riferimento ai problemi che hanno reso più difficile del previsto il cammino della squadra nel campionato in corso. Santonocito però non perde di vista gli «importanti margini di crescita» e proprio da questi pensa di ripartire per creare «una realtà forte e solida» che possa fare da traino per lo sviluppo del movimento calcistico in tutta la Sicilia.
Il dg etneo parla di «problematiche legate sia agli sponsor sia ad alcuni confronti sorti nello spogliatoio che hanno creato situazioni e dinamiche particolari. Abbiamo iniziato convinti di poter fare benissimo perché avevamo costruito una corazzata. Poi – spiega – ci siamo resi conto che non potevamo proseguire in quel modo». Dopo le vicissitudini estive e l’iscrizione alla Serie B depositata lo scorso agosto per il rotto della cuffia, le prospettive erano state quelle di costruire subito una squadra competitiva, in grado di giocare un ruolo da protagonista nel torneo cadetto. Gli arrivi delle americane Sophie Williams e Madeline Keane, infatti, andavano in questa direzione e le prime due vittorie in campionato sembravano aver tracciato una strada che, però, si è fatta cammin facendo più tortuosa.
«I contrasti interni alla squadra hanno portato, a gennaio, alla temporanea sostituzione di mister Giuseppe Scuto con Giovanni Garofalo. Pensavamo – afferma Santonocito – che il cambio di guida tecnica potesse servire ma, in realtà, si è rivelato deleterio. La manovra è arrivata tardi e, ormai, alcuni rapporti si erano incrinati». Il rientro di Scuto arriva con l’intento di portare in salvo la squadra che, al momento, è quart’ultima in classifica dopo venti partite giocate.
Con l’addio della Williams, a gennaio, sono venuti a galla i limiti del sistema calcio femminile, ancora relegato solo a livelli dilettantistici: «Non ci sono dei veri e propri contratti – spiega Santonocito – così, la ragazza che viene dall’estero può decidere di andarsene a casa e nessuno può farci niente. Questo non è più sostenibile – lamenta – perché il rischio è quello di cadere nell’improvvisazione».
Nonostante le difficoltà, il dg rossazzurro mette sul tavolo anche gli aspetti positivi. «Se nell’ambito sportivo siamo mancati, abbiamo raggiunto grandi obiettivi a livello di comunicazione diffondendo l’idea che anche le donne possono e devono giocare a calcio. Questo anche grazie a una testimonial d’eccezione come Madeline Keane. Mi auguro – dice Santonocito che il nostro lavoro possa contribuire a dare una scossa al movimento calcistico femminile in Sicilia».
Una crescita che passa anche dall’attenzione al settore giovanile: «Puntiamo molto sul gruppo di ragazze under 15 perché sono loro il nostro futuro. Il grande problema – sottolinea – è che, a parte le realtà di Palermo e Crotone, dobbiamo andare al centro-nord per poter disputare incontri di livello. Per crescere, dobbiamo prendere esempio dal sistema Usa, basato su un differente modello sociale e su un sistema professionistico: lì nessuno ti giudica, a prescindere dallo sport che fai. Portare qui atlete americane può aiutare a comprendere meglio in che modo possiamo andare avanti».
L’obiettivo, dunque, resta quello di continuare a crescere, facendo attenzione al settore giovanile e riuscendo a concretizzare e rafforzare il rapporto con il Calcio Catania che, di qui a poco, potrebbe definirsi dando vita a una partnership interessante. «Abbiamo speranza in ciò che sarà e grande fiducia nel futuro». Il meglio, per il calcio femminile etneo, deve ancora venire.