Lo schermidore catanese racconta a MeridioNews la dinamica dell'infortunio patito a Doha lo scorso dicembre, parlando del lento e complesso recupero che lo attende: durerà tra i quattro e i cinque mesi. Sono tanti i progetti in cantiere, in un percorso che, tra due mesi, sarà addolcito dalla nascita del figlio
Scherma, Pizzo alla riabilitazione dopo operazione «Tanti obiettivi, due titoli Mondiali non mi bastano»
La notizia dell’operazione resa pubblica attraverso un post sulla sua pagina Facebook, col classico sorriso e l’ottimismo di sempre che non lo abbandona mai: Paolo Pizzo, spadista siciliano due volte Campione del mondo (2011 e 2017), ha voluto ufficializzare così il buon esito dell’intervento al gomito destro. «Non volevo postare nulla – ha dichiarato l’atleta sul social network lo scorso 25 marzo – ma non posso non ringraziare pubblicamente il dottor Foti che mi ha operato venerdì, e i doc Pagliaccia e Gargiulo che mi seguono da anni al Fatebefratelli di Genzano e al Centro Raphael (Roma Ponte di Nona). Senza fare troppa filosofia – conclude lo schermidore – voglio solo aggiungere che non mollo!».
Contattato da MeridioNews, Paolo Pizzo ha spiegato il percorso che lo ha portato dall’infortunio alla necessità di procedere all’operazione, pregiudicando di fatto gran parte della sua stagione: «Durante la trasferta di Doha – precisa Pizzo – ho sentito un dolore al braccio, finendo la gara con un po’ di ghiaccio. Quindi non mi sono più allenato, fino a quando ho iniziato a fare fisioterapia per lenire il dolore: la fisioterapia – ammette Pizzo – è stata necessaria per sfiammare la parte interessata, ma non è servita a evitare l’intervento chirurgico, a causa di un problema molto grosso al livello del legamento di gomito e cartilagine».
La necessità dell’operazione ha avuto il pregio di porre fine a un periodo di incertezza snervante, come ha ammesso lo stesso atleta: «Non potevo più allenarmi né partecipare alle gare, con l’operazione si dà il via a una nuova fase. Adesso si ricomincia». I medici sono stati molto chiari con lui in merito alla lunghezza della riabilitazione: «I tempi di recupero per un intervento del genere – dichiara l’atleta – sono simili a quelli derivanti da un a operazione al legamento crociato del ginocchio: si parla, dunque, di quattro-sei mesi per ritornare al livello di gara». Una fase piuttosto lunga, che costituirà un ennesimo banco di prova per lo sportivo catanese: «Devo rispettare tutti i dettami dei medici, dovrò stare buono e calmo. Ero e sono tutt’ora il numero uno del ranking mondiale – puntualizza il Campione del mondo in carica – non poter difendere la mia posizione non mi piace, ma devo essere per una volta più maturo e riflessivo, meno aggressivo».
Il 2018, però, porterà anche novità ben più liete. «Rimarrò a Roma, almeno in questi primi mesi che saranno fondamentali per il recupero: qui c’è lo staff della Federazione che mi segue – ricorda Pizzo -, in queste condizioni è meglio che non viaggi. Fra due mesi, poi diventerò padre». La nascita del figlio farà passare in secondo piano le difficoltà del rientro da un infortunio così complicato, ma i suoi progetti rimangono ambiziosi: «Le mie giornate sono fatte di scherma, la pedana mi manca molto. Ho ancora tanti sogni come atleta – sostiene lo schermidore – c’è una Olimpiade da inseguire sullo sfondo, i due titoli Mondiali non mi bastano». Il sogno olimpico, a 37 anni, è l’emblema della sua volontà di non arrendersi mai alle difficoltà: «Voglio ringraziare l’Aeronautica militare che mi supporta sempre e desidero rimarcare anche la grande vicinanza da parte di Federscherma. Spero di tornare presto in Sicilia poi: tornare a respirare l’aria di casa farà parte del mio percorso di riabilitazione».