Dallo scorso giugno aveva fatto perdere le proprie tracce. A tradirlo è stato l'incontro con la coniuge, avvenuto a Palermo. Lì i due sono stati avvistati dai carabinieri, che all'altezza di un distributore di benzina sull'autostrada per Trapani li hanno bloccati
Carini, arrestato latitante mafioso Avvistato con la moglie in centro
Era latitante dallo scorso giugno ma girava tranquillamente per il centro di Palermo. Così i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale hanno scovato Giuseppe Cosenza, 43 anni. L’uomo è stato arrestato ieri pomeriggio a Carini, dopo un inseguimento durato un’ora. I militari hanno dato esecuzione a un provvedimento restrittivo emesso dalla Procura: deve espiare una pena complessiva di sei anni e quattro mesi di reclusione e nove mesi di arresto per ricettazione ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. su reati commessi a Palermo tra il 2003 ed il 2009. Da giugno scorso Cosenza aveva fatto perdere le proprie tracce, rendendosi irreperibile e ogni tentativo di rintracciarlo si era rivelato inizialmente vano.
A tradirlo è stata la moglie, che i militari hanno seguito a partire da ieri pomeriggio, quando l’hanno avvistata alla guida di un’auto di grossa cilindrata. La donna procedeva con un atteggiamento guardingo, che ha insospettito subito i carabinieri, fino ad arrestare la marcia e accostarsi al ciglio della strada. A un certo punto la donna si è spostata sul sedile lato passeggero e alla guida si è messo proprio Cosenza, spuntato all’improvviso tra le auto in sosta e salito velocemente a bordo della vettura. Ripresa la marcia l’uomo e la donna si sono allontanati lungo l’autostrada in direzione di Trapani. All’altezza di un distributore di carburante l’auto è stata accerchiata dai militari e Cosenza è stato arrestato. Dopo le formalità di rito è stato condotto al carcere Pagliarelli.
Cosenza era rimasto coinvolto nell’operazione antimafia Cerbero del 2009, che aveva colpito duramente i mandamenti mafiosi di Porta Nuova e di Brancaccio. Secondo gli investigatori l’uomo, in qualità di emissario dell’organizzazione mafiosa, aveva contribuito in maniera attiva alla consumazione di un tentativo estorsivo di tipo mafioso ai danni di un gioielliere.