Il prestigioso premio cinematografico sancisce l'importanza del lavoro del regista e sceneggiatore Antonio Bellia, che ha raccontato 20 anni di storia del celebre quotidiano palermitano attraverso una narrazione mista. «La chiave? La straordinaria interpretazione di Pippo Delbono»
Nastro d’Argento per docufilm La Corsa de L’Ora «Merito della centralità data al direttore Nisticò»
«Sono felicissimo, per me è stata una sorpresa». Il commento a caldo del regista e sceneggiatore Antonio Bellia giunge alla lieta notizia della vittoria al Nastro d’Argento nella sezione docufilm col suo La Corsa de L’Ora, che ripercorre la storia del piccolo e glorioso quotidiano palermitano. La storia della combattiva redazione del celebre giornale antimafia, fucina delle migliori penne del giornalismo e della letteratura siciliane, è stata raccontata attraverso il periodo probabilmente più fulgido del quotidiano, cioè i 20 anni (dal 1954 al 1975) che hanno visto alla direzione Vittorio Nisticò. Che nella pellicola di Bellia viene interpretato da uno straordinario Pippo Delbono.
«Credo che la storia del giornale abbia inciso molto su questo premio – dice ancora il regista -. Spero che la vittoria sia anche frutto del riconoscimento dato dalla chiave di lettura che ho scelto per questa narrazione, vale a dire la figura da Nisticò e i suoi 20 anni di direzione per i quali ho scelto una formula mista di racconto. Volevo che la sua figura non fosse soltanto tratteggiata dal racconto di chi lavorava al giornale, ma anche attraverso l’utilizzo dei suoi editoriali e dei suoi scritti e con l’ausilio di un’interpretazione attoriale. La scelta di Pippo Delbono, la sua straordinaria capacità di impersonare il personaggio e di dargli una chiave autoriale, credo che abbia fatto la fortuna del film».
In un’epoca di fake news e di autorialità del giornalismo sceso ai minimi storici, una pellicola che affronta una piccola grande storia di informazione locale, ma dal respiro nazionale come testimoniano i contributi di scrittori come Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo e Danilo Dolci, è anche, perchè no, un atto di coraggio. Il film conta sulla testimonianza di alcuni dei giornalisti protagonisti di quella stagione, formatisi nella redazione di Piazzetta Napoli e oggi firme autorevoli nelle redazioni dei principali quotidiani italiani. Tra loro Marcello Sorgi, Francesco La Licata, Franco Nicastro, Piero Violante, Antonio Calabrò, Letizia Battaglia e tanti altri.
L’opera può contare sul supporto di Daniele Ciprì come direttore della fotografia e di Marzia Mete al montaggio, mentre le scenografie sono di Fabrizio Lupo, i costumi di Dora Argento, e il fonico è Danilo Romancino. Mentre il regista e sceneggiatore Antonio Bellia pensa già ai prossimi progetti. «Per scaramanzia non voglio svelarli – dice – ma sicuramente sono progetti ambiziosi. Perchè tento sempre di realizzare cose di qualità. Per dire, soltanto La Corsa de L’Ora mi è costato tre anni di lavorazione tra ricerche bibliografiche e di fondi, realizzazione, montaggio e promozione. Di sicuro – sorride Bellia – spero che non ci vorranno altri tre anni per il prossimo progetto. Posso dire soltanto che uno dei miei prossimi lavori riguarderà ancora la Sicilia e un altro suo importante pezzo di storia».