Monreale, storie di percorsi virtuosi e innovazione  I giovani scelgono nuovi modi di vivere il territorio

Fare promozione del territorio attraverso la narrazione, utilizzata come strumento di condivisione che svela i volti di chi si occupa di rinnovamento. È l’obiettivo del progetto Percorsi Virtuosi della Cooperativa Solidarietà, Sviluppo e Legalità (So.Svi.Le.) che, insieme a MaghWeb, all’Associazione New Corleone, al comune di Roccamena, ha accettato l’impegno di raccontare il territorio nella sua veste più semplice ma nello stesso tempo innovativa, in una sorta di raccolta di testimonianze e di storie belle. Ed è proprio il tema della bellezza uno dei nodi cardine del workshop che questa mattina si è tenuto a Monreale. «Un popolo che dimentica di raccontare – ha detto Luciano Maria D’Angelo di So.Svi.Le. -, non ha umanità». Nei locali di villa Savoia si sono susseguiti i racconti di chi ogni giorno fa della propria vita un percorso da seguire e imitare.

Maghweb, un collettivo di professionisti legati al mondo della comunicazione e del giornalismo, è andato a caccia di storie di giovani che hanno deciso di ritornare alla terra, alla tradizione. Ha trovato dei fratelli, tornati dalla Germania per produrre latte di asina, ha raccolto la storia di Francesca che oggi produce grano e ortaggi bio nel segno di un incaponimento reiterato nel tempo che ha prodotto meravigliose conseguenze per chi ha deciso di investire nel territorio. Il progetto è solo il primo passo nell’ottica di un’idea più ampia che prevede la rinascita dei paesi dell’Alto Belice Corleonese coinvolti nell’iniziativa. Maghweb, con l’aiuto di 16 cronisti, ha percorso in lungo e in largo i vicoli, le trazzere e le campagne di Monreale, Altofonte, San Giuseppe Jato, Roccamena, Piana degli Albanesi, Corleone e Camporeale, alla ricerca di storie bellissime. Volti, storie ed esperienze saranno raccolte in un documentario che per Maghweb è «la mappa fatta di uomini e donne che vivono questi luoghi e poi dalle loro attività». Il trailer del documentario è stato presentato nel corso dell’evento pubblico di oggi.

A Villa Savoia sono state raccontate alcune delle realtà più rappresentative dell’entroterra siciliano che è sì isolato, ma anche autentico e rivalutato attraverso nuove forme di turismo, nuovi modi di vivere il territorio. Alessandro Caccito, autore di Il Sud vola, storie di innovazione e di successo, ha girato in lungo e in largo il Meridione, andando a caccia di storie incredibili. Caccito ha poi messo nero su bianco le storie di tanti ragazzi che hanno deciso di scommettere sulla terra innovando. Nelle sue pagine si coglie un ottimismo contagioso. «Fare innovazione è un atto rivoluzionario andato a buon fine – ha spiegato Cacciato -, abbiamo un sistema burocratico vecchio e quando cerchi di innovare rischi di essere fuorilegge per questo servono dei facilitatori». Uno di questi per lo scrittore può essere la tecnologia che è utilizzata da tutti a basso costo. «Molto spesso si parla di innovazione ma spesso ci si perde nel periodo storico in cui siamo immersi».

Un’altra testimonianza, quella della guida turistica esperienziale di Pierfilippo Spoto, ha donato numerosi spunti di riflessione sui nuovi modi di fare turismo in Sicilia. Pierfilippo è riuscito a far arrivare i turisti a Sant’Angelo Muxaro, un paese messo in ombra dalla magnificenza della Valle dei Templi. «Eravamo dei pazzi perché volevamo diventare imprenditori del turismo in una Sicilia nascosta – ha raccontato -. Ci dedicammo a creare degli itinerari astratti, che creavano incontri con la gente del luogo. Chi sceglieva la nostra località, cercava un racconto della Sicilia che nessuno gli aveva mai raccontato. Oggi abbiamo ospiti di alto livello, è un turismo molto ricercato e appagante per chi lo propone». È forse anche la follia che lega l’esperienza di Pierfilippo a quella degli ideatori della Magna Via Francigena, un cammino che unisce Palermo ad Agrigento, attraverso le antiche vie utilizzate nel Medioevo. Essere folli e avere passione è il segreto dei soci dell’Associazione amici dei Cammini Francigeni di Sicilia. «Siamo andati via – racconta Irene Marraffa -, siamo tornati in Sicilia dopo un’esperienza all’estero, abbiamo camminato sulla nostra terra e l’abbiamo vista bellissima».


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