Riforma dello Statuto, meglio andarci piano

Mentre gli studenti, i ricercatori e quella non trascurabile minoranza di docenti che ha espresso la propria indignazione dai tetti e per le strade e in centinaia di lettere e mozioni s’interrogano su come proseguire un’efficace e dignitosa resistenza quotidiana, la riforma Gelmini inizia il suo cammino d’attuazione. Si tratta di un processo ancora incerto, che coinvolgerà – tra crocicchi di dribbling e azzardi da bar – da un lato gli atenei, dall’altro una burocrazia ministeriale, oggi come non mai protagonista di quella che fu, o in base all’articolo 33 della Costituzione avrebbe dovuto essere, l’autonomia universitaria.
 
All’università di Catania, dopo un Natale cautelativamente privato dal conforto degli auguri, oltre che di conferenze stampa a rischio di contraddittorio (“Tenuto conto del clima di tensione”), l’attività degli organi collegiali è ripresa informalmente con una riunione convocata dal rettore lunedì 11 gennaio. All’inizio era stato annunciato un incontro tra il Magnifico e i presidi di facoltà, un party per soli gentiluomini. Ma vuoi perché, coi tempi che corrono, a tavola in tredici non è proprio il caso, vuoi perché è sempre meglio trovare il giusto punto d’equilibrio tra snobismo e populismo, l’incontro è stato allargato a tutti i membri del Senato accademico e del Consiglio d’Amministrazione.
 
E a questo punto c’era già chi s’aspettava la solita tattica di gioco tutta d’anticipo e in contropiede, affidata a scatti da centometrista, palleggi, lanci e passaggi tra le linee amico-nemiche, cui il rettore ha abituato l’ateneo sulle questioni più delicate: dalla trattativa sulle sedi decentrate, all’autonomia dell’università dall’ingerenza delle segreterie politiche, all’improvvisa chiusura di facoltà con cappuccino e cornetto, all’adozione del numero chiuso a tappeto. Ma gli ammiratori del “calcio totale” del rettore si sono sbagliati. Nonostante gli apprezzamenti espressi per la riforma Gelmini come “esperimento”, questa volta Recca ha preferito ripiegare sul modello teutonico-italiano, più basato sulla difensiva e che non contempla lo spettacolo. Così, nel corso della riunione, è stato lo stesso rettore a invitare a non avere troppa fretta a proposito della riforma dello Statuto dell’ateneo: “Attendiamo i provvedimenti attuativi e prendiamoci tutto il tempo necessario per riflettere”.
 
Sta di fatto che l’intera università dovrà essere rivoltata come un calzino e che entro sei mesi (massimo nove) lo statuto approvato quindici anni fa sotto il rettorato di Rizzarelli, nel maggio del 1996, dopo un laborioso processo di discussione affidato a un senato accademico allargato ad hoc, dovrà essere abbandonato, pena il diretto intervento ministeriale. ll disegno di legge Gelmini  dedica infatti alla questione della Governance degli atenei un lunghissimo articolo che invita perentoriamente tutte le università statali “entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, a modificare i propri statuti in materia di organizzazione e di organi di governo dell’ateneo”. Ciò porterà alla scomparsa delle attuali facoltà, le cui funzioni saranno assorbite dai dipartimenti (ai quali sono state attribuite anche responsabilità didattiche). Ciò comporterà che tutti i dipartimenti siano ridisegnati di conseguenza, nonostante il recente accorpamento. E si dovranno poi affiancare nuove strutture interdipartimentali sostitutive delle attuali facoltà; strutture più ampie che rimangono ancora una “cosa” senza nome:  “scuole” o “poli”, anche se nulla impedisce di mantenere la denominazione “facoltà di…”. Ugualmente delicata è la questione della composizione dei nuovi organi collegiali, con l’inserimento di figure quali il “direttore generale” e la previsione di consiglieri d’amministrazione esterni al mondo accademico.

La nuova legge prevede un forte accentramento dei poteri ed esclude dall’elettorato attivo per le massime cariche accademiche sia i ricercatori universitari, che in base allo Statuto in vigore votavano a pieno titolo per l’elezione del rettore, sia il personale tecnico-amministrativo che partecipava con voto ponderato. Infine la riforma Gelmini prevede che la riforma dello Statuto sia un processo guidato dall’alto, affidando il compito di stilarlo a una commissione di soli quindici membri (tra cui due studenti) nominata dal rettore. In base a quali criteri verranno nominati? Ed è possibile pensare che lo Statuto dell’ateneo venga redatto senza un’ampia consultazione della comunità accademica? Messi dinanzi a questa prospettiva, alcuni presidi hanno iniziato ad esprimere le proprie opinioni e si è assistito all’abbozzo di un dibattito. Nell’attesa tutte le cariche accademiche sono congelate. Si parla già di una proroga di un anno per tutti i presidi di facoltà in scadenza e, in tale situazione, è inverosimile che si possa procedere all’attuazione di scioglimenti e riaccorpamenti come era stato precedentemente deliberato.

Il clima dell’incontro informale di lunedì è apparso serenamente ecumenico. Si è detto, col pieno consenso del rettore, che non si può fare a meno di un dibattito pubblico e approfondito. Speriamo che sia vero.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Ieri l'incontro tra Rettore e presidi di facoltà insieme con i membri del Senato Accademico e quelli del Consiglio d'Amministrazione dell'Università di Catania. All'ordine del giorno le prime considerazioni in merito alla modifica della governance voluta dalla riforma Gelmini. E stavolta il solitamente arrembante Toni Recca ha invitato tutti a non avere fretta

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]