Di fronte al silenzio del presidente della Regione, i primi cittadini dei centri esclusi dal conferimento a Bellolampo e riuniti in un meeting a San Cipirello hanno deciso di recarsi giovedì 18 a palazzo d'Orleans per discutere della crisi delle discariche. Domenico Surdi: «I cittadini devono essere messi nelle condizioni di fare la propria parte»
Rifiuti, 40 sindaci si autoconvocano da Musumeci «Comuni virtuosi pagano inefficienze ventennali»
Il costo della gestione dei rifiuti sembra destinato inevitabilmente a lievitare. Almeno per quei 51 Comuni delle province di Palermo e Trapani ai quali è stata negata, da fine dicembre, la possibilità di conferire nella discarica di Bellolampo. A pagarne le conseguenze saranno i cittadini, ai quali sarà imposto un aumento del tributo e, per tale ragione, i sindaci non ci stanno. Un viaggio antieconomico è quello che devono compiere gli autocompattatori dei comuni che non potranno avere accesso alla discarica palermitana. Adesso devono arrivare a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, ma non senza prima essere passati comunque da Bellolampo per la stabilizzazione del carico dentro l’impianto della Ecoambiente, come prevede un’ordinanza dell’ex presidente della Regione Crocetta. Il 20 dicembre i sindaci, che si sono dichiarati pronti a dare battaglia, avevano chiesto a Musumeci un incontro che però non è mai avvenuto. Ieri stasera si sono riuniti a San Cipirello per concordare una linea d’azione comune. Il primo cittadino del paese della Valle dello Jato, Vincenzo Geluso, si era fatto promotore del meeting.
Il collasso del sistema rifiuti, la saturazione della discarica di Bellolampo, l’incertezza gestionale per i comuni della provincia di Palermo più Alcamo e Castellammare del Golfo, la preoccupazione per l’aumento insostenibile dei costi di smaltimento, impiantistica all’anno zero, la mancata interlocuzione istituzionale e infine la certezza per una tassa, la TARI, che in queste condizioni inevitabilmente andrà alla stelle. Numerosi sono i temi di un’emergenza che deve essere affrontata e che appare sempre più grave, che ha portato 40 sindaci a riunirsi a San Cipirello. Nel corso dell’incontro è trapelata una forte preoccupazione da parte degli amministratori per un settore, quello del ciclo dei rifiuti, che tocca da vicino la salute e le tasche dei cittadini. «Convinti che serva la massima collaborazione istituzionale – si legge sul documento finale redatto dall’assemblea -, abbiamo chiesto più volte un incontro al neo eletto presidente della Regione. Purtroppo non abbiamo avuto risposte, ragione per la quale ci siamo autoconvocati giovedì 18 gennaio presso la sede di palazzo d’Orleans con le fasce tricolore».
«Confidiamo nella sensibilità istituzionale del presidente Musumeci – continua la nota -, al quale chiediamo ascolto costruttivo per proposte attuabili e concrete. Pensiamo, ad esempio, all’immediata ricognizione degli impianti di compostaggio e di filiera. Considerare quelli autorizzati e valutare gli eventuali ampliamenti, nel rispetto delle disposizioni di legge, al fine di permettere ai Comuni di effettuare la raccolta differenziata, evitando costi aggiuntivi di trasporto». I primi cittadini ritengono fondamentale la collaborazione tra enti locali, giornalmente messi davanti alle difficoltà imposte dal sistema rifiuti siciliano, e Regione. «I sindaci – concludono – possono dare il contributo decisivo di chi opera quotidianamente sul campo tra indefinibile confusione normativa e legislativa, esigenza di contenere i costi all’utenza e necessità di garantire un servizio decoroso ai cittadini. Bisogna mettere un punto al Caos rifiuti e i Comuni vogliono essere messi nelle condizioni di fare la propria parte».
«Musumeci incontri i sindaci e ci mostri il suo piano per uscire dalla crisi delle discariche – ha dichiarato il sindaco di Alcamo Domenico Surdi -. I cittadini dei Comuni virtuosi come il nostro non possono pagare le inefficienze ventennali della Regione o, peggio, la trascuratezza di alcune amministrazioni comunali che non hanno mai voluto differenziare. Non possiamo ancora vivere con la paura di avere i rifiuti per strada né possiamo far gravare sulle città i maggiori costi di trasporto: se ne faccia carico la Regione o tutto il sistema della differenziata entrerà in crisi per mancanza di credibilità».
Intanto, ieri numerosi autocompattatori provenienti da Palermo e da vari Comuni della provincia sono rimasti in fila per ore prima di poter affidare il proprio carico all’impianto di stabilizzazione di Bellolampo. La discarica è rimasta chiusa per due giorni e il conferimento si è dunque fermato. Il primo cittadino di Bagheria, Patrizio Cinque, in solidarietà agli operatori in coda, si era recato sul posto anche per controllare di persona la situazione e aveva esortato i propri concittadini a differenziare il più possibile al fine di ridurre al minimo i disagi legati all’emergenza rifiuti.