Arrivano alle 12 davanti alla scuola vestiti da bucanieri, bussano al portone ma il dirigente non li riceve. Volevano solo consegnare il proprio simbolo sacro
Ragusa Moleti, i pirati pastafariani al fianco del preside «Aggiungere tutte le immagini delle divinità conosciute»
«Il preside è impegnato, non può ricevervi». È la risposta ricevuta dai pirati pastafariani di Palermo che questa mattina si sono presentati davanti alla Ragusa Moleti, la scuola elementare di Palermo, passata alle cronache per la decisione del dirigente scolastico di vietare con una circolare le preghiere ai bambini durante le ore di ricreazione e di rimuovere le immagini sacre dai corridoi. Volevano solo consegnare un simbolo al direttore scolastico i tre giovani religiosi, arrivati davanti all’istituto vestiti da pirati ma non hanno trovato la disponibilità del dirigente scolastico.
I Pastafariani sono i sostenitori del Pastafarianesimo, una religione ritenuta da alcuni parodistica ma non dai suoi seguaci secondo cui il mondo è stato creato dal Religioso Mostro di Spaghetti Volante detto anche PSV, uno dei simboli più importanti, creato dalla libera interpretazione di chiunque si avvicini a questa religione. «Un ente invisibile e intangibile – dicono a Meridionews -, di una forma che non può essere ricostruita, una forma che serve a riempire il vuoto interiore come fanno i carboidrati e le proteine». Ed è proprio questo il simbolo, riprodotto all’interno di un piccolo scolapasta, che i tre volevano consegnare nelle mani del preside La Rocca. A Palermo la comunità dei pastafariani è in aumento, grazie all’opera di evangelizzazione continua. «La nostra sede, il nostro porto franco – raccontano -, si trova dentro le Officine Arcobaleno, sede dell’ArciGay di Palermo al quale abbiamo anche dato la copertura religiosa, visto che sono stati rifiutati dagli altri dei». Il Beverdì sacro (il venerdì) è il giorno sacro dei pastafariani. «Santifichiamo i sacri spiriti carboidrati» spiegano.
Puntuali, a mezzogiorno, Giampiero Agueci, alias Capitan Pesto, è arrivato in via Ragusa Moleti insieme ad altri due compagni di ciurma con in mano il simbolo pastafariano. «Il povero preside si è trovato linciato mediaticamente solo per aver fatto il proprio dovere – dichiarano i pastafariani secondo i quali uno dei principi di base è quello della laicità delle istituzioni – Ci deve essere una separazione netta tra la religione e la sfera pubblica». Quello che non ritengono giusto i tre religiosi è la strumentalizzazione politica ad opera di molti rappresentanti di partiti, come quella di Alessandro Pagano che ieri si è presentato davanti alla scuola con la statuetta di una Madonna o di alcuni consiglieri comunali. «Volevamo consegnare il nostro simbolo sacro al preside – raccontano i tre ragazzi -. Ci congratuliamo con lui e siamo solidali con lui e vogliamo consigliare una soluzione alternativa al problema della rimozione delle statue religiose. Anziché rimuoverle si potrebbero aggiungere le immagini di tutte le divinità conosciute al mondo. In modo tale che ci vorrebbe un’intera scuola a contenerle». Una proposta che sa di provocazione è quella dei pastafariani. «La questione diventa di tipo materiale quindi – spiegano – non è possibile contenere tutte le immagini sacre del mondo, quindi dentro alla scuola andrebbero o tutti i simboli religiosi o nessuno».