Fava chiude campagna elettorale coi leader della sinistra «Il 5 novembre è solo un passo, da martedì a lavoro»

«Ho vissuto un clima bello in questa campagna elettorale, che mi ha emozionato, sento che il 5 novembre è un passo, non il compimento dei cento passi. Sento che abbiamo una responsabilità per le cose che accadranno e che faremo a partire dal prossimo martedì». Claudio Fava chiude la campagna elettorale nella barocca piazza Bologni, cuore del centro storico di Palermo, affrontando quella che è la critica più ricorrente nei suoi confronti: il fatto di essere rimasto lontano dalla Sicilia per troppo tempo negli anni scorsi. E parla del 5 novembre come di un nuovo inizio.

Insieme a lui, sul palco, Pierluigi Bersani, leader del Movimento democratico e progressista- Art.1 di che, Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e Paolo Ferrero, esponente della Sinsitra europea e primo ministro italiano per la Soldidarieta sociale. «Mi auguro sia uno start, un avvio – dice Bersani-. Mi auguro che qui in Sicilia si facciano i primi cento passi che si devono fare in Italia».

Fava cita ironicamente i suoi avversari: «Musumeci ha concluso la sua campagna elettorale dicendo “Dio è con noi”, per fortuna non lo ha detto in tedesco e questo e già un successo. (la frase “Dio è con noi” era scritta anche nella fibbia delle uniformi naziste ndr). Micari ha lasciato rotolare sulla testa dei siciliani questa mirabile opera pubblica (il ponte sullo stretto ndr) che costruiremo sulla testa dei siciliani non so se un attimo prima o dopo le Olimpiadi fissate per il 2032, Cancelleri ha chiuso la campagna elettorale a sua insaputa, nel senso che ci ha spiegato che a sua insaputa erano accadute cose bizzarre nella sua squadra di assessori nella sua lista». «Noi chiudiamo questa campagna – ha detto Fava – provando a dire le stesse parole di ogni giorno, una in particolare: onestà. Una condizione di fatto. Ma a noi siciliani si richiede una qualità in più di onestà, non solo quella di non essere pregiudicati, ma di esser coerenti e avere il coraggio, a volte anche il coraggio di fare nomi e cognomi». Poi ancora una volta punta l’attenzione sulle liste: «Abbiamo tra tutti l’unica di grande onestà e coerenza, una lista fatta di storie e di vite comuni, di facce, del racconto che hanno fatto i candidati di questa Sicilia. Restituiamo con questo lavoro il desiderio di riscatto per liberarci da una politica di appartenenze e di scambi, vogliamo sentimento di lealtà e di allegria in questo voto».

«La partita siciliana servirà a provare a spiegare a tutti che la destra avanza quando la sinistra fa politiche di destra – attacca Fratoianni -. Oggi serve una sinistra che torni a fare il suo mestiere, difenda la maggioranza di persone che ha perso potere e opportunità a scapito di una minoranza che accumula ricchezza». Il messaggio è diretto a quel centrosinistra che sostiene in Sicilia il rettore Fabrizio Micari e con cui la sinistra ha chiuso il dialogo. Secondo la segreteria regionale del Pd, per pesare la sua forza elettorale da far contare anche in vista delle nazionali; da quanto affermano i leader oggi in sostegno di Fava, invece, per spostare di nuovo a sinistra l’asse di un’azione di governo contaminata da accordi con la destra.

L’obiettivo siciliano è mirare dritto al cuore del segretario del Pd Matteo Renzi: «Renzi ha preso le idee della destra, ma non i suoi voti – dice ancora Fratoianni – ma la gente è intelligente, preferisce l’originale, mai le copie». E continua: «Sulla legge elettorale che favorisce la destra, Renzi non è uno che ha studiato, ma Verdini sì», attribuendo all’ex belrsuconiano e leader di Ala la direzione artistica del voto al Rosatellum. «Vogliamo dare un messaggio chiaro con il voto in Sicilia – rincara la dose Bersani da un palco attorniato da una folla di quasi un migliaio di persone che hanno riempito la piazza – che la Sinistra torni a fare il suo lavoro».

Ma la fiducia in un progetto di riunificazione smbra essere per ora messa da parte. «Dopo il voto in Sicilia non vedremo mai Renzi dire “ho perso”. No, non è possibile, lui vince sempre, non è mai successo che abbia detto “ho sbagliato, riflettiamo”. Come mai abbiamo perso? Non sarà una domanda che Renzi si porrà – dice Bersani – Perché bisogna rimuovere i problemi, le sconfitte e tirare dritto così. C’è un egemonia che sta nascendo e dobbiamo contrastarla, ora tocca a noi risvegliare il popolo di sinistra. Ci giochiamo qualcosa di più profondo di un momento elettorale. Se uno dice “meno tasse per tutti” è Berlusconi. Diciamolo meno tasse, ma diciamo anche per chi. Su questo vogliamo combattere, non restare a pettinare le bambole».

Ci pensa Fratoianni a lanciare un ultimo messaggio sul voto utile: «Esiste un voto utile di protesta? Forse sì, perché è la migliore risposta alla parodia del voto utile, cui abbiamo assistito in questi giorni. Il candidato del Pd, di Alfano e di una composita coalizione ha girato la Sicilia in questi mesi con un’unica proposta creativa: ha annunciato ai siciliani la propria sconfitta raccontando che la causa di questa sconfitta era Claudio Fava. A noi invece serve una sinistra che parta da queste elezioni e costruisca dalla Sicilia una risposta a tutto il Paese. A noi spetta un compito: provare in modo semplice a dire che serve una sinistra che torni a difendere la grande maggioranza del Paese che in questi anni si è impoverita a discapito di una minoranza che ha continuato, invece, ad arricchirsi. Una risposta a questo bisogno è rappresentata da Fava».


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