Franco Bellipanni ha rilegato la traduzione di Viaggio in Occidente, che in Oriente viene studiato come da noi l'opera di Dante Alighieri. Tante le vicissitudini che ha passato per trovare una traduzione nella nostra lingua, poi la scoperta sul sito Liber Liber del lavoro eseguito da Stefano Balduzzi: «Lo ringrazierò per il resto della mia vita»
La Divina Commedia cinese tradotta in italiano Realizzata da un palermitano: «Unica al mondo»
Una passione nata durante l’infanzia e coltivata in età adulta che lo ha portato a realizzare la prima copia integrale della Divina commedia cinese, Il viaggio in Occidente, un classico della letteratura della nazione orientale pubblicato anonimo nel 1590 circa e attribuito a Wu Cheng’en, scrittore dell’epoca Ming, sebbene non ci siano conferme ufficiali. Lui è Francesco Bellipanni, per tutti Franco, e ha realizzato la prima copia integrale in lingua italiana rilegata di quest’opera: «Fin da bambino – racconta – ho visto raccontata una stessa storia narrata in maniere differenti, più o meno simili, ma con un protagonista dalle caratteristiche peculiari: una scimmietta che viaggia su una nuvola d’oro e che brandisce un bastone che si allunga e si accorcia a piacimento del suo utilizzatore». Tutti pensano a Goku, il protagonista di Dragon ball, ovviamente, ma gli appassionati di cartoni animati certamente non dimenticheranno altri celebri esempi, come ricorda Franco: «I primi ricordi risalgono a The Monkey – ripercorre il giovane – che nei primi anni ottanta vedevo trasmesso in alcune emittenti locali; nello stesso periodo c’era Starzinger, più futuristico, ambientato nello spazio e per questo, invece della nuvola d’oro, il protagonista viaggiava su un’astronave; un po’ più tardi venne la volta di Dragon Ball, ma successivamente anche Sayuki trasmesso da MTV, e poi una valanga di film, sia orientali che occidentali».
La passione, dunque, è stato il motore della ricerca: «Ho iniziato spinto dalla curiosità e dalle ampie possibilità offerte dal neonato internet, a fine anni novanta – dice Franco – La prima informazione è stata l’origine di tutte quelle storie, appunto Il Viaggio In Occidente. Il libro è stato pubblicato anonimo in origine nel 1590, dopo un periodo di forte censura». Un’opera piena di rimandi e richiami ad alcuni autori occidentali, come Franco scopre durante la sua ricerca: «Non si sa se l’autore abbia riunito delle storie fino a quel momento tramandate oralmente – racconta Bellipanni – Ho letto che si dice che Wu Cheng’en potesse essere cieco. Questo mi ha subito fatto pensare ad Omero. Un altro collegamento si riscontra col nostro Dante Alighieri: il lavoro linguistico di stesura, infatti, è pressoché simile a quello della Divina Commedia, proprio per rendere il Viaggio in Occidente comprensibile a tutta la popolazione cinese. Per questo oggi viene studiato nelle scuole in Cina come da noi l’opera di Dante – dice ancora Franco – Raffigurazioni di questa opera si trovano in tutta l’Asia orientale: dall’India al Giappone. È abituale trovare per strada spettacoli di marionette, teatro delle ombre o qualsiasi altra forma di rappresentazione di questa storia».
Da quest’altra parte del mondo, invece, le cose per Franco erano un bel po’ più complicate. «La mia ricerca nel web è durata qualche anno, perché non esistevano copie di questo romanzo e dovevo limitarmi ai riassunti o ai cenni storici che trovavo, in italiano ma ancor di più in inglese. Avevo trovato opere parziali in inglese, ma non potevo assolutamente accontentarmi. Finalmente – dice §Franco – dopo anni di ricerche nel novembre del 2002 sul portale Liber Liber in cui ognuno può pubblicare la sua opera e divulgarla gratuitamente, trovo la traduzione integrale del libro ad opera di un uomo che ringrazierò sempre per il resto della mia vita: Serafino Balduzzi». Arrivato alla fine del proprio percorso di ricerca, Franco prende la fatidica decisione: realizzerà la prima copia cartacea integrale in italiano de Il viaggio in Occidente: «Non mi sarei mai potuto accontentare di leggerlo in versione digitale- racconta – volevo assolutamente stamparlo e farlo rilegare dedicandogli una copertina degna».
La stampa non è stata un’impresa da poco: si tratta di un libro di 1280 pagine, per cui è stato necessario un lungo lavoro di editing per ridurlo a 860 mantenendo caratteri leggibili. «Prima ancora di stamparlo ho contattato il traduttore per ringraziarlo per ciò che aveva fatto – dice ancora Franco – Ho scoperto una persona meravigliosa che mi ha seguito passo passo dalla stampa a tutta la fine della lettura, inviandomi anche la sua versione personale dell’introduzione». Balduzzi racconta a Franco dei suoi tentativi di realizzare ciò che aveva fatto lui: «Mi disse che aveva proposto la traduzione integrale alla Rizzoli – spiega Bellipanni – che scelse di pubblicarne solo il 40 per cento dell’opera asserendo che “i lettori occidentali non vogliono leggere libri così voluminosi”, quindi aveva riadattato la sua introduzione alla versione ridotta, e questa stessa aveva caricato sul portale Liber Liber. Avevo così realizzato una copia unica al mondo di uno dei libri che per me resterà sempre nel cuore». Alla fine qualcuno ha seguito le orme di Franco, che ha scoperto che la casa editrice Luni ha pubblicato nel 2013 la versione integrale di Serafino Balduzzi in due volumi.
La passione per la Cina ha portato Franco alla decisione di prendere l’aereo per scoprire mondi nuovi: «Durante il mio viaggio in Cina e nelle conversazioni con ragazzi cinesi, il mio “essere scimmia” (è anche il mio segno zodiacale cinese) ha sempre suscitato sorpresa e soprattutto simpatia proprio per il richiamo al loro personaggio preferito Sun Wukung. Ma ancora più divertente – racconta Franco – è il loro stupore quando gli comunicavo che anch’io ho letto lo Xiyou Ji (nome cinese del Viaggio in Occidente). Quasi tutti mi rispondono ‘noi lo leggiamo a scuola e quindi è normale che lo conosciamo, ma tu come puoi conoscerlo?’. A questo punto – conclude Franco – mi sembra facile rispondere che è stato il mio destino».