Pubblicati bandi per un importo complessivo di 44 milioni di euro, ammontare quasi doppio rispetto alla seconda città in classifica, Catania. Il presidente dell'Ance provinciale Sanfratello: «Partiamo da zero e ogni avviso fa schizzare il dato in alto. Non si può parlare di controtendenza»
Appalti, a Palermo 18 gare nei primi otto mesi del 2017 Ma i costruttori: «Cifre ridicole, la situazione è tragica»
«Cifre ridicole». Fabio Sanfratello, presidente di Ance Palermo, l’associazione dei costruttori edili, smonta l’idea per cui il capoluogo siciliano starebbe superando la crisi nel settore. Tra la città e i Comuni limitrofi al capoluogo, infatti, tra gennaio e agosto, sono state pubblicate 18 gare d’appalto, per un importo complessivo di 44 milioni di euro. Due di queste – le uniche nell’isola – per somme che superavano la soglia comunitaria, per complessivi 19 milioni e mezzo di euro. Soltanto Catania e Messina in Sicilia registrano numeri che si avvicinano a quelli del capoluogo: addirittura 19 gare ai piedi dell’Etna (una in più di Palermo), ma per importi complessivi di 23 milioni. Nella città peloritana poi sono 16 per un milione di euro in media. Le altre province, invece, si leccano le ferite: nessuna gara a Enna (una l’anno scorso), due sia a Ragusa che a Siracusa (otto e una nello stesso periodo del 2016) per 4,2 e 2,6 milioni in tutto a fronte di 17 milioni e 1,1 milioni) e tre a Caltanissetta per 5,8 milioni.
Insomma, i dati dell’osservatorio Ance sembrerebbero fotografare una situazione florida per il capoluogo, soprattutto rispetto a quanto succede nelle altre città. E invece, per Sanfratello, non è affatto così: «Partiamo da zero e ogni pubblicazione di bando fa schizzare il dato in alto – è l’analisi del presidente dei costruttori edili – Le gare negli anni scorsi praticamente non sono state fatte, la tendenza rimane negativa. Inoltre va precisato che stiamo parlando di bandi di gara – argomenta Sanfratello – e non di lavori appaltati, l’aggiudicazione può arrivare anche dopo anni». Il presidente di Ance Palermo non vede ragioni per essere ottimisti nemmeno confrontando il dato con quello delle altre province: «Non si può parlare di controtendenza per Palermo – dice – I numeri dicono semmai che rispetto agli anni passati, che sono stati proprio a zero, c’è una minima variazione. Ma in una provincia che ha un milione di abitanti, questi numeri sono niente. Un dato bruttissimo – taglia corto – che non dà il polso della situazione reale».
Ad aggravare la crisi anche i ritardi nei pagamenti alle imprese. Secondo il rapporto dell’Ance i pagatori peggiori sono tra gli enti locali: il Comune di Palermo, nel primo trimestre di quest’anno, per esempio, ha fatto registrare ritardi medi fino a 177 giorni. Anche l’Asp del capoluogo, secondo l’associazione dei costruttori, non ha brillato per puntualità, e nel secondo trimestre ha ritardato i pagamenti fino a 35 giorni. Solo le tre Università di Palermo, Catania e Messina si rivelano tempestive nell’onorare le fatture, con pagamenti quasi a vista, si legge nel documento. «Col nuovo codice degli appalti – dice Sanfratello – tutto si è bloccato. Anche i piccoli Comuni, che dovrebbero mettere a gara lavori da importi minori, non hanno i soldi per la progettazione. A livello nazionale, invece – approfondisce il presidente Ance Palermo – c’è un trend positivo che purtroppo la Sicilia non riesce ad agganciare, perché nessuno appalta, non si fa programmazione nonostante i Por o i Pon, che abbiamo. La situazione è tragica, uno stillicidio che continua da sette anni a questa parte. Non si capisce che il settore delle infrastrutture è di vitale importanza – conclude Sanfratello – innanzitutto per lo sviluppo della nostra terra e poi per dare lavoro a tutte le imprese siciliane e agli operatori del settore a tutti i livelli».