La società partecipata gestita dalla Città metropolitana di Catania rischia la liquidazione. «Ognuno si assuma le proprie responsabilità e si pensi solo a salvare l'azienda». Così le sigle sindacali durante la conferenza stampa di questa mattina. Guarda le foto
Pubbliservizi, i sindacati vogliono risposte dal Comune Domani pomeriggio previsto tavolo di crisi in prefettura
«Lavoro e futuro». Sono queste le due parole simbolo della protesta dei lavoratori della Pubbliservizi che da mesi soffrono una situazione di impossibilità di procedere con un piano di ricapitalizzazione. Sabato i toni della protesta si erano alzati e, questa mattina, in piazza Duomo le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, con le rispettive federazioni di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti e Ugl Igiene ambientale hanno tenuto una conferenza stampa sulla delicata situazione della società partecipata nata nel 2006 per volontà dell’ex Provincia di Catania e adesso gestita dalla Città metropolitana.
Mentre per domani alle 16 è previsto un tavolo in prefettura, «noi – afferma a MeridioNews Giovanni Zucchero, dipendente Pubbliservizi e rappresentante dei lavoratori – aspettiamo che il sindaco si prenda carico di quello che ci aveva promesso già più di sei mesi fa, ovvero che nessun posto di lavoro sarebbe stato perso e che non ci sarebbero stati disagi per i lavoratori. Oggi – continua – noi, 380 lavoratori siamo in bilico nel nulla, stiamo perdendo il nostro posto di lavoro, già da due mesi non percepiamo lo stipendio, siamo senza contratto e la politica ci ha abbandonato. Adesso siamo stanchi – lamenta – o ci danno risposte serie oppure i toni della protesta si alzeranno ancora. Non ci fermeremo -conclude Zucchero – perché stiamo lottando per i nostri diritti per il nostro lavoro per il futuro che stanno tentando di toglierci».
Intanto i sindacati stanno lavorando di comune accordo per presentare un documento all’amministrazione comunale in cui «chiediamo – spiega Giacomo Rota della Cgil – che l’azienda venga salvata, innanzitutto perché è una realtà importantissima che ha fatto un lavoro di altissimo livello per questa città e il suo territorio provinciale e perché i lavoratori e le lavoratrici, che hanno sempre dato il massimo, non possono essere penalizzati».
Si cercano le risposte per il futuro di questi lavoratori e di capire come si è arrivati a questo punto. «Oltre alla politica locale – spiega Rota – anche la Regione siciliana ha una responsabilità enorme per aver messo dentro l’azienda il presidente Adolfo Messina che ha lavorato malissimo. Adesso, se ognuno si assume le proprie responsabilità e se di fa un lavoro di grande solidarietà istituzionale, ci sono le possibilità di salvare e ricapitalizzare la Pubbliservizi». Per quanto riguarda gli strumenti per realizzare tutto questo «li individueremo direttamente al tavolo in prefettura di domani» chiariscono le sigle sindacali che non intendono anticipare nulla a questo proposito.
I tempi sono stretti però e quindi «entro oggi – precisano le segreterie provinciali delle sigle sindacali – attendiamo che l’amministrazione comunale ci incontri per fare un ragionamento certo e per andare preparati domani al vertice con la Regione siciliana. I problemi sono doppi – spiegano – c’è una questione di bilancio e una di rilancio della società partecipata. Il primo scoglio del bilancio si può sanare se la Provincia chiede il terreno del valore di cinque milioni di euro, ma per ripartire c’è bisogno di sanare i debiti e di approvare il contratto alla Pubbliservizi e, per fare questo, la Città Metropolitana ha bisogno di un intervento straordinario da parte della Regione. Sull’altro fronte – aggiungono – dalle negatività si deve cogliere l’opportunità: è necessario un tavolo aperto sulla crisi, la legge ci consente di poterlo fare e noi lo rivendicheremo».
Avendo di mira l’obiettivo di salvare la società partecipata e di dare certezze ai lavoratori che, in questo momento e già da mesi, stanno vivendo nella totale incertezza del futuro, i sindacati sono pronti e disponibili a incontrare le istituzioni già dalla scorsa settimana. «Se le risposte non arriveranno entro oggi – concludono – la considereremo una non risposta. E che nessuno si permetta di strumentalizzare questa vertenza che noi vogliamo portare avanti in maniera seria».