Porte chiuse, questioni aperte

Il portone su piazza Università è rimasto chiuso per evitare inconvenienti. Nel Palazzo, “assediato” dalla protesta contro il caro-tasse, la riunione del Senato accademico dell’università di Catania si è svolta tuttavia senza particolari contraccolpi. Presenti undici presidi di facoltà su dodici: solo il professor Vincenzo Di Cataldo (Giurisprudenza) ha dovuto farsi sostituire da un delegato. In attesa della riunione del Consiglio d’Amministrazione di venerdì 4 giugno, il massimo organo di governo dell’ateneo per il coordinamento dell’attività didattica ha sciolto il principale nodo ancora sul tappeto stabilendo l’applicazione della 270.
 
Dall’anno accademico 2010/11 le aspiranti matricole dovranno dunque affrontare lo scoglio dei test di ammissione in tutte le facoltà, anche in quelle che non prevedono il numero chiuso nazionale (Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Architettura). A differenza dei test “di orientamento ed autovalutazione”, precedentemente stabiliti in alcune facoltà, le prove di ammissione saranno per la prima volta obbligatorie e selettive. Sarà possibile iscriversi all’università di Catania solo a patto di rientrare nel tetto massimo di studenti delle singole lauree triennali, specialistiche o a ciclo unico.
 
L’aumento delle tasse d’iscrizione non è stato oggetto di particolare dibattito da parte dei presidi, in base alla considerazione che, così facendo, l’ateneo non fa altro che adeguarsi alle quote già in vigore nelle università di Palermo e di Messina e che, per quanto “dolorosa”, la misura è resa indispensabile dai tagli al fondo di finanziamento ordinario dell’ateneo. Il Senato non ha accolto una mozione di condanna dei tagli proposta dal preside di Lingue, che è pertanto diventata una semplice dichiarazione posta a verbale. L’esame delle richieste di una diversa articolazione del rincaro è stato demandato al Consiglio di Amministrazione.
 

Sono stati esaminati anche i problemi delle sedi decentrate. Relativamente a Siracusa è stata approvata la versione definitiva dell’accordo di transazione stipulato con il Comune e la Provincia di Siracusa per il saldo dei debiti pregressi e la nuova convezione finalizzata al mantenimento della sola facoltà di Architettura. Nella serata di venerdì 28 il consiglio comunale di Siracusa ha posto termine alle polemiche approvando la convenzione. Per la sede di Ragusa la novità è che il Senato accademico ha preso in considerazione la possibilità, compatibilmente con le risorse messe a disposizione, di mantenere a Ragusa il corso di laurea in “Scienze e tecnologie agrarie”, oltre alla Facoltà di Lingue con i primi anni di un corso di laurea triennale e di un corso di laurea specialistica.
 
A Catania partiranno invece due corsi di laurea triennale e due corsi di laurea specialistica in Lingue. Verrà dunque mantenuto “Lingue per la comunicazione internazionale”. Dall’anno accademico 2011-12 tali corsi entreranno a far parte dell’offerta formativa della nuova “Facoltà di Lettere, Filosofia e Lingue” nata dalla fusione delle facoltà di Lettere e Lingue; mentre Ragusa manterrà una propria facoltà di Lingue “in esclusiva”, cioè distinta dai corsi di laurea di area linguistica operanti da Catania.
 
La “separazione consensuale” e la riorganizzazione dell’ateneo su queste nuove basi rimane collegata all’ipotesi di quarto polo universitario. La convenzione con Ragusa sarebbe dunque limitata all’anno accademico 2010-2011, in attesa dell’istituzione del quarto polo prevista per il 2011-2012. Il senato accademico ha affidato al rettore il mandato di trattare il testo della nuova convenzione, analogamente a quanto avvenuto per Siracusa.


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