Un tripudio di malti e spezie nato grazie a una ricetta segreta realizzata dai soci fondatori dell’omonima associazione, tra cui anche frati benedettini, e prodotta e commercializzata dal birrificio Paul Bricius&Co. È la prima birra d’abbazia siciliana, ad oggi un vero prodotto di prestigio. E già si pensa ad una bionda
Hora Benedicta, la birra dei monaci di San Martino «Per valorizzare e aiutare l’abbazia benedettina»
La sua ricetta è segreta, sono pochi gli ingredienti che un intenditore riesce a distinguere, dalla liquirizia alla radice di genziana. Ma forse è proprio questo uno dei principali motivi alla base del successo riscosso dall’Hora Benedicta Abbey Ale, la prima birra d’abbazia siciliana realizzata a San Martino delle Scale. L’associazione omonima e laica, nata nel 2009, è stata ideata da uno dei soci, Tullio Navarra, che ha pensato a questo nome alludendo alla valorizzazione del tempo, che può essere benedetto solo se non lo si spreca. Dal famoso motto benedettino, ora et labora, cioè prega e lavora, è venuto fuori il nome della birra, con l’aggiunta della lettera muta. Dopo solo due anni dalla costituzione dell’associazione, la bevanda realizzata nell’abbazia partecipa a un concorso nazionale e si aggiudica il primo premio, ottenendo giudizi molto positivi. L’amicizia dei soci con il più antico birrificio siciliano, Paul Bricius&Co, fa il resto e permette all’Hora Benedicta di inserirsi a tutti gli effetti nel mercato. Una «birra di collaborazione», viene infatti definita. Le primissime bottiglie vengono messe in vendita già il 30 ottobre 2012.
«Questa birra è nata per aiutare i monaci a valorizzare l’abbazia di San Martino delle Scale, ma tra gli scopi principali c’è senz’altro anche quello di aiutare i soci stessi dell’associazione a seguire un cammino di benessere personale, partendo dallo studio e dal lavoro fatto insieme in questi anni e che ancora oggi prosegue», spiega Carmelo Di Fatta, vice presidente dell’associazione. «L’idea di partenza – racconta – è stata quella di provare a realizzare una birra d’eccellenza con gli elementi coltivati qui, nell’orto dei benedettini, usando anche i locali dell’abbazia per produrla. Per riuscirci abbiamo studiato a lungo tutte le birre, soprattutto quelle trappiste, per noi un vero punto di riferimento». Un prodotto, questo, che non solo può aiutare economicamente i monaci, ma che, ancora di più, permette ai tanti appassionati e intenditori di birra artigianale di legarla all’abbazia stessa. Hora Benedicta, infatti, non si trova in nessun supermercato, si trova solo nella bottega dei monaci. Oppure è possibile acquistarla online, tramite la pagina Facebook dei prodotti monastici dell’abbazia di San Martino delle Scale, che permette di mettersi in contatto con i frati stessi.
Una vera birra di prestigio, col tempo sempre più apprezzata. «Ogni volta che Paul Bricius fa una cotta sono circa 1.500 litri di birra e ogni anno se ne fanno almeno quattro o cinque – dice ancora Di Fatta – Significa che le richieste sono molte, è amata, non potevamo sperare di meglio». Tra i soci fondatori dell’associazione ci sono anche Massimo Galli e l’abate Salvatore Leonarda, morto qualche tempo fa. Il socio più giovane è il trentenne Maurizio Intravaia, a lui si deve l’effettiva elaborazione della ricetta. «È una birra di Natale- Il nome originale della ricetta infatti è Mixmas, cioè miscuglio di Natale, alludendo proprio alla parola Christmas». È un tripudio di malti, ce ne sono ben tre all’interno, ma ancora di più è un tripudio di spezie. E anche se adesso l’orto dei benedettini è stato dismesso, la parte segreta della ricetta nata dai loro ingredienti continua a essere realizzata nei laboratori dell’abbazia di San Martino. «Il nostro sogno è quello di arrivare a una birra interamente siciliana, ma ancora siamo lontani. Le nostre sperimentazioni comunque continuano, non ci fermiamo. Stiamo lavorando ad una bionda, speriamo entri presto in commercio», rivela infine Di Fatta.