Schierata a destra, la formazione è nata come costola diretta del "Centro sociale non-conforme" Cervantes, «lotta alle baronie e alle strisce blu, installazione di posti per studentesse madri e incremento del numero di aule studio» i punti cardine del programma
Elezioni universitarie: la parola a “Linea Mercuzio”
Edoardo Arena rappresenta Linea Mercuzio, lista nata come «costola diretta» del “Centro Sociale non-conforme” Cervantes. Presenta la propria candidatura per il Senato Accademico «uno degli organi più importanti, che svolge un ruolo fondamentale all’interno dell’Ateneo, un organo soprattuto libero nelle varie attività di programmazione e di coordinamento». La lista cerca uno “spazio libero” all’interno dell’Ateneo dunque, nello spirito del già citato “Spazio Libero Cervantes”, «realtà che sta prendendo piede in città e che non fa riferimento ad alcun partito o uomo politico».
I punti cardine del programma sono la «Lotta alle baronie, lotta all’installazione selvaggia delle strisce blu. Proponiamo l’installazione di posti per studentesse madri e l’incremento del numero di aule studio». Ritiene fondamentale «riprendere il dibattito sulle morti a Farmacia. LineaMercuzio, che è composta essenzialmente dalle stesse persone che animano il Cervantes, fa infatti una politica più sociale che elettorale. Vogliamo cercare di risvegliare le coscienze, nella consapevolezza di essere diversi e soprattutto di essere svegli».
Arena denuncia anche quel che non va nell’ambiente universitario con «un uso propagandistico delle cariche all’interno dell’Università da parte dei partiti». Come ulteriore proposta quella di un «osservatorio sugli affitti in questo periodo di crisi, che vede anche la novità inattesa delle chiusura della Facoltà di Lettere e Filosofia (sic). Faremo tutto il possibile per cercare di capire qualcosa». Il candidato fa infine un appello agli elettori sottolineando «quanto fatto in un anno dal Centro Cervantes, con la sala concerti, la sala conferenze, l’aula studio, la palestra. Questi motivi ci sembrano sufficienti per mettere una X sopra il nostro simbolo».
Ascolta il file audio dell’intervista a Radio Zammù